OLGA MUGNAINI
Cronaca

Una casa per le opere di Annigoni. Il museo nasce in Casentino. Cento dipinti, affreschi e disegni

Il patrimonio artistico alla Banca di Anghiari e Stia: la vedova ha voluto che non fosse diviso. Per questo non era andata in porto la donazione agli Uffizi, interessati soltanto ad alcuni quadri .

Il patrimonio artistico alla Banca di Anghiari e Stia: la vedova ha voluto che non fosse diviso. Per questo non era andata in porto la donazione agli Uffizi, interessati soltanto ad alcuni quadri .

Il patrimonio artistico alla Banca di Anghiari e Stia: la vedova ha voluto che non fosse diviso. Per questo non era andata in porto la donazione agli Uffizi, interessati soltanto ad alcuni quadri .

La casa museo non ci sarà, perché ormai tutti gli arredi della dimora di via Maggio sono andati all’asta. Ma la collezione di opere di Pietro Annigoni, che la vedova Rossella aveva tolto dall’asse ereditaria, quella è salva.

Non solo: il patrimonio artistico è stato riunito e già esposto al pubblico a Villa Gennaioli a Stia in Casentino, immobile di proprietà della Banca di Anghiari e Stia, la stessa che è venuta in possesso dell’intera eredità artistica del maestro Annigoni.

La collezione, accuratamente selezionata dalla vedova Rossella Segreto Annigoni prima della sua scomparsa ad aprile del 2024, comprende più di 100 dipinti, alcuni di grande formato, 700 disegni, 500 sanguigne ed alcuni affreschi staccati, libri, taccuini, oltre a una serie di oggetti, tra cui il suo cavalletto di pittore, appartenuti all’artista, deceduto a Firenze nel 1988. L’operazione con la Banca di Anghiari e Stia è stata condotta dai due esecutori testamentari di Rossella Annigoni, gli avvocati Giuseppe Figna e Angela Viviani: "La stessa signora Rossella Segreto aveva provveduto a dividere il suo patrimonio economico da quello artistico del marito – spiega l’avvocato Figna –. Per questo gli arredi sono andati all’asta, secondo il suo espresso desiderio. Mentre per la parte di eredità artistica esisteva un legato testamentario che imponeva di mantenere tutto in un unicum, da donare a un ente che ne avesse cura, lo esponesse e lo sapesse valorizzare. Abbiamo ritenuto che la Banca di Anghiari e Stia fosse l’istituzione con i migliori requisiti, anche per il legame che il maestro Annigoni aveva con quel territorio".

Quando era in vita, Rossella aveva tentato di donare la collezione del marito agli Uffizi, che però si erano dimostrati interessati ad acquisire solo una decina di dipinti. Ciò avrebbe compromesso l’integrità del patrimonio artistico, che ora è invece riunito in modo da poter leggere l’intero percorso artistico del “pittore delle regine“, come veniva chiamato Annigoni.

"La nostra acquisizione – afferma la Banca di Anghiari – consentirà di approfondire la conoscenza del maestro, da parte di esperti e appassionati di arte contemporanea, avviando un percorso di ricerca che permette di ricostruire la formazione umana e professionale dell’artista, nonché indagare le relazioni con le correnti, le tendenze e gli orientamenti pittorici più diffusi nel secondo Novecento".