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Una famiglia di artigiani Bellandi, vita di bottega Da 95 anni in via Gioberti

Nata come un piccolo negozio, l’attività ha raggiunto un traguardo storico. La passione negli occhi di Marco e Cristiano, terza e quarta generazione.

Impara l’arte e mettila da parte, recita un vecchio detto fiorentino: la famiglia Bellandi lo ha preso alla lettera. La storica gioielleria di via Gioberti ha compiuto infatti 95 anni di attività. Da nonno in padre e da padre in figlio, quella che nel 1928 partì come una piccola bottega di riparazioni è sopravvissuta agli eventi cittadini più traumatici del Novecento come il fascismo, l’invasione tedesca, l’alluvione. Questa bottega è stata testimone di una vecchia Firenze che forse non esiste più, ma che entrando al suo interno si può ancora respirare, guardando la passione negli occhi di Marco Bellandi e la dedizione di suo figlio Cristiano mentre sono contornati dai propri prodotti. I due commercianti rispecchiano la terza e la quarta generazione, il loro attacamento alla tradizione rimane saldo.

"Mio nonno imparò l’arte dell’orologiaio da un tenente nella Prima guerra mondiale, aprì la bottega nel pieno del fascismo e appartenere ad un’arte gli dette la possibilità di non iscriversi al partito - spiega Marco, nipote del fondatore - Il negozio è nato come una bottega di riparazioni, non solo di orologi ma anche di piccole sveglie; nel corso degli anni la clientela si fidelizzò e piano piano l’attività si espanse fino a diventare quella di oggi".

"Dopo essermi laureato ho deciso di far parte del’attivit à– spiega Cristiano Bellandi, il più giovane – Essere cresciuto tra i gioielli ha creato la passione per questi oggetti. Insieme a mio padre abbiamo cercato di adattarci alle nuove tendenze, non sottovalutando gli strumenti digitali come i social network e investendo in corsi di formazioni costanti"

L’attaccamento alla bottega di Marco e suo figlio si può leggere stampato sui loro volti, ricordando gli aneddoti vissuti in bottega e i racconti del nonno.

Gabriele Manfrin