Firenze non dimentica la strage di via Mariti. È quanto sottolinea Palazzo Vecchio annunciando che, nel primo anniversario da quella terribile mattinata, verrà posta in quella strada (via Mariti-angolo via Giovanni Da Empoli) una targa in memoria dei cinque lavoratori che lo scorso 16 febbraio persero la vita nel cantiere dell’Esselunga: Luigi Coclite, Mohammed El Farhane, Taoufik Haidar, Bouzekri Rahimi, Mohamed Toukabri. La cerimonia è quindi programmata il prossimo 16 febbraio alle 10. "La strage di via Mariti resterà sempre una ferita aperta per la nostra città", sottolinea la sindaca, Sara Funaro.
"Non dobbiamo dimenticare, ma tenere sempre alta l’attenzione su quanto è accaduto e restare vicini come istituzioni alle famiglie di coloro che hanno perso la vita. A un anno da quella tragedia ricordare le vittime è un dovere, vogliamo che i loro nomi restino impressi nella memoria del quartiere e della città".
Gli uffici del Comune fanno anche sapere che "stanno dialogando con la proprietà sulle opere accessorie che si possono fare dove non c’è il sequestro". L’auspicio, quindi, è che via Giovanni Da Empoli torni a essere libera così da "renderla di nuovo fruibile".
"Quando si sono delle indagini in corso, bisogna rispettarne il percorso, aspettare che si concludano", spiega Funaro. C’è pero l’esigenza pubblica che segnalano a più voci i residenti: "La faremo presente, ma al momento ci sono le indagini e bisogna che queste si concludano", ribadisce. Detto questo, conclude, "sulle problematiche che ci sono, come sicurezza o spaccio, ovviamente ci coordiniamo con le forze dell’ordine per intervenire e avere un maggior presidio".
Due giorni fa, sul tema è anche intervenuto Marco Carletti, segretario Fillea Cgil Firenze. "Prendiamo atto delle evoluzioni sull’inchiesta su via Mariti, restiamo in attesa dei prossimi passi per cercare giustizia, quel che è certo è che va combattuto un modello organizzativo che comprime costi di lavoro, tempi di lavoro, tutele sul lavoro", ha commentato. E questo "accade anche a Firenze – ha poi aggiunto –, nonostante i passi avanti che sono stati fatti, anche se alcuni protocolli firmati spesso vengono disattesi, non escluso il fronte del cantiere trasparente".
Tracciatura della "manodopera, controllo della qualità delle aziende, lotta senza quartiere allo sfruttamento sul lavoro: quasi un anno dopo la strage sul lavoro al cantiere Esselunga, c’è ancora da fare", ha concluso.