REDAZIONE FIRENZE

Una villa con piscina grazie alla maxi frode. Sei persone indagate

La dimora acquistata con fondi distratti da una società poi fallita. Poi il riciclaggio tramite una falsa vendita. Inchiesta della Finanza

Reggello, 10 febbraio 2021 -Una villa di 14 vani con piscina. E’ il regalo, uno dei regali, che si è fatto negli anni Pietro Carone, imprenditore calabrese trapiantato in Toscana, salito alla ribalta delle cronache per la famigerata vendita porta a porta prima del 2010, degli aspirapolveri Kirby, tramite una società, sede a Incisa Valdarno. La dimora è stata sequestrata su ordine del giudice Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta del pm Fabio Di Vizio. Sequestro finalizzato alla confisca. La Guardia di Finanza, tenenza di Pontassieve, ritiene che la villa sia stata oggetto di un’articolata manovra di riciclaggio, in modo da renderla bene ‘non aggredibile’ da parte dello Stato che ora sta processandro Carone per bancarotta fraudolenta. Processo in corso. A monte una ipotesi investigativa: e cioè che la villa sia stata acquistata con i proventi di una frode in commercio (per la vendita degli aspirapolveri) e di una bancarotta fraudolenta patrimoniale schermata anche attraverso una società del Principato di Monaco. Il provvedimento a Carone è stato notificato a Cavriglia (Arezzo). Contestuale avviso di garanzia è stato recapitato al suo commercialista di Caserta (entrato in ‘gioco’ per nascondere la provenienza del denaro), alla madre, a una imprenditrice edile e ad altri amministratori di fatto e di diritto di Carone. I prestanome.

L’odierna vicenda di riciclaggio trae origine dalla lontana inchiesta sulla vendita degli aspirapolveri Kirby sfociata in 2 procedimenti penali. Il primo per frode in commercio: la vendita di aspirapolveri come apparecchio elettromedicale o pre sidio medico, senza però le autorizzazioni del Ministero della salute. Per la frode condanne in I° grado (2013) e II° grado (2018) a Carone e agli altri amministratori. Il procedimento per bancarotta della ‘Italcarone srl’, in corso, ’assorbe’ il riciclaggio: l’acquisto e la ristrutturazione della villa per interposta persona. La villa – spiega il maggiore Vincenzo Rosanelli del 2° nucleo operativo metropolitano – è considerata dagli inquirenti "profitto dei reati di frode in commercio e bancarotta. Si tratta di un bene cosiddetto schermato. Acquistata da Carone a 233mila euro (prezzo dichiarato) più 400mila cash e intestata alla madre, la villa è passata alla imprenditrice che diresse la ristrutturazione della dimora. In realtà sarebbe stato Carone a pagare l’imprenditrice con le somme distratte dalla Srl fallita. E a decidere la cessione (mai perfezionata) della villa a un prestanome inglese, nel Principato monegasco, tramite una società.

giovanni spano