di M. Serena Quercioli
FIRENZE
Una vita con la videocamera sulla spalla che trent’anni fa era ingombrante e pesante, non come le digitali di oggi, decisamente più leggere.
Manuela Giani, 59 anni, si può dire è stata la prima video-operatrice di matrimoni a Firenze, un lavoro, considerato da uomini, nato dalla sua passione e dall’amore per la fotografia.
Il suo negozio ’Dream foto’ all’Isolotto chiuderà il 30 settembre e lei, per un altro anno, proseguirà il lavoro, con le cerimonie fra 2024 e 2025, in attesa della meritata pensione.
Nell’arco della carriera ha fatto circa 700 matrimoni, dai più lussuosi a quelli sobri, passando per battesimi, comunioni, cresime e lauree considerate cerimonie più leggere. "Le donne in questa professione – racconta Manuela – non sono mai state prese molto in considerazione. E’ stato un mestiere pesante fisicamente, però mi ha dato molte soddisfazioni. Ricordo uno sposo che era titubante nell’affidarmi le sue nozze poi mi disse che ero stata bravissima. Negli anni ho visto anche qualche lacrima scendere sul viso degli sposi, dalla gioia nel vedere le immagini e questa è la felicità".
Manuela si è diplomata in grafica pubblicitaria all’istituto Tornabuoni dove fra le materie c’era la fotografia e il primo lavoro fu in un’azienda di circuiti elettrici perché sapeva usare la camera oscura. Da lì la passione è cresciuta e grazie a incontri fortuiti con operatori video ha iniziato a fare i filmati per i matrimoni, senza rinunciare a qualche scatto. La prima macchina fotografica che ricevette in regalo fu una Zenit. Il primo matrimonio l’ha girato nel 1993 con sposi contentissimi.
"I clienti sono arrivati col passa parola, partecipavo anche a Tutto Sposi alla Fortezza da Basso – prosegue Manuela – e ho cercato sempre la collaborazione con i colleghi perché bisognerebbe aiutarsi ma quello della fotografia è un mondo fatto, passatemi il termine, di molta ’gelosia’. Ho investito in attrezzature e nella mia formazione".
La telecamera di Manuela ha ripreso matrimoni come quello a San Gimignano di due sposi americani o quello da favola al Castello di Vincigliata: "Lui era un famoso enologo – ricorda – arrivò in Ferrari e la sposa era la figlia di un suo dipendente, quindi due ceti sociali molto distanti. Avevano organizzato un ricevimento sfarzoso al castello di Vincigliata con i fuochi d’artificio. Di solito il matrimonio finisce col taglio della torta ma lui mi pregò in tutti i modi di seguirli al rientro al Grand Hotel a Firenze per la foto dell’ingresso in camera. E così feci, tornai a casa alle 4 del mattino, dopo 18 ore di lavoro e mi sdraiai sul letto vestita. In seguito, ricevetti in dono una cassa di bottiglie di vino".
Nel 2008 Manuela ha aperto il negozio in via Cassioli ed è diventata un punto di riferimento nel quartiere ma i tempi, soprattutto dopo il Covid, sono cambiati: "Un tempo si sviluppavano 500/600 fotografie; oggi su 50 scatti di un battesimo ti chiedono 4 foto oppure gli sposi vengono in negozio con la chiavetta delle foto fatte dall’amico e chiedono i ritocchi: lo sconsiglio vivamente".
Quello del fotografo o video-operatore è un mestiere affascinante, ma i giovani non sono attratti: "Sono sempre stata aperta alle nuove generazioni ma non ci siamo proprio: rammento quando, alle 21, un ragazzo che mi aiutava a un matrimonio, mi disse che alle 23 ha fissato con gli amici in discoteca. Gli dissi subito: questo lavoro non ha orari. E’ anche un lavoro di fatica: i matrimoni sono d’estate, è caldo. Una volta feci a piedi dal piazzale Michelangelo a piazza Signoria con la telecamera".
Manuela Giani ha collaborato anche con Fabrizio Borghini del quale conserva un affettuoso ricordo e dice grazie a tutti quei video-operatori che le hanno insegnato il mestiere. Oltre a dire grazie a tutti i clienti. La fotografia era nel destino di Manuela? Forse sì, alla sua comunione fra gli invitati c’era Pulman, fotografo storico di Firenze e Scandicci che, come molti ricorderanno, ha chiuso nel 2016, dopo 60 anni di attività.