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Un’altra imputazione per i Renzi. Rinviati a giudizio per false fatture

Il procedimento è una costola dell’inchiesta per la bancarotta delle cooperativa della galassia Eventi 6. A processo anche la figlia Matilde. Chiesta l’unione dei due filoni. I difensori: "Ce lo aspettavamo"

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"Ce lo aspettavamo", commenta l’avvocato Federico Bagattini, dopo aver appreso che il giudice Federico Zampaoli ha sentenziato il rinvio a giudizio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, e della loro figlia Matilde.

Ma probabilmente, per questa costola minore (l’accusa è dichiarazione fraudolenta con uso di fatture per operazioni parzialmente inesistenti e dichiarazione infedele dei redditi percepiti) nata dal procedimento per la bancarotta di tre cooperative della galassia Eventi 6 - Marmodiv, Europeservice e Delivery - non ci sarà un ulteriore processo rispetto a quello già disposto mesi addietro: "Chiederemo la riunione dei due procedimenti", dice l’altro difensore, Lorenzo Pellegrini. Dunque, a scanso di sorprese, non si va a marzo 2022, ma appuntamento al primo giugno, davanti al collegio presieduto da Fabio Gugliotta, lo stesso magistrato che ha già giudicato (e condannato) i genitori dell’ex premier per un’altra storia di false fatture.

L’udienza di ieri mattina è stata rapidissima. La vicenda riguarda prestazioni (inesistenti, per la procura) fra la Eventi 6 srl di Rignano, l’ammiraglia di famiglia, e la cooperativa Marmodiv, impresa fallita di servizi pubblicitari (volantinaggio e distribuzione porta a porta di depliant e pieghevoli) per la cui bancarotta è in corso un procedimento parallelo con 18 imputati tra cui anche Tiziano Renzi e Laura Bovoli. I coniugi Renzi sono considerati gli amministratori di fatto, tramite prestanome, della Marmodiv. In questa ultima tranche del procedimento, Renzi senior va a processo come amministratore di fatto della Eventi 6, e la moglie Laura Bovoli invece come legale rappresentante della stessa srl nel periodo dal 2015 al 2017.

Anche Matilde Renzi andrà a giudizio come legale rappresentante, ma solo per il 2018, per una presunta dichiarazione dei redditi non veritiera. Dichiarazioni che per pm e GdF furono viziate dalla contabilizzazione di dieci fatture emesse da Marmodiv verso Eventi 6 nel 2017 e nel 2018. Tali fatture per il pm sarebbe state gonfiate in quanto relative a prestazioni finte e avrebbero così permesso di documentare false passività per un totale di 5,5 milioni di euro (con evasione al fisco di 1,2 mln). Inoltre avrebbero determinato lo scarico per Eventi 6 di costi di manodopera (per i contributi, previdenziali, fiscali), facendoli invece figurare come ‘spese per servizi’ quando invece - sottolineano gli inquirenti - si trattava del costo di lavoro dipendente fatto sostenere sotto mentite spoglie a Marmodiv, la coop andata in bancarotta. I diversi meccanismi irregolari avrebbero permesso ai titolari di Eventi 6 di evadere pagamento di imposte e Iva. La difesa dei Renzi punta invece a dimostrare che ogni operazione tra Eventi 6 e Marmodiv fu svolta davvero e fu corretta nei contenuti appostati.

stefano brogioni