Un’altra via Gioberti. Addio allo shopping vip. Estetisti e ’kebabbari’ al posto delle botteghe

Negli ultimi anni la strada regina degli acquisti ha cambiato volto "Prima c’erano fornai, macellerie e latterie, poi toccò ai negozi di vestiti. Ma oggi il commercio online e il caro affitti ha stravolto tutto".

Un’altra via Gioberti. Addio allo shopping vip. Estetisti e ’kebabbari’ al posto delle botteghe

Un’altra via Gioberti. Addio allo shopping vip. Estetisti e ’kebabbari’ al posto delle botteghe

Poco più di quattro anni fa in via Gioberti è approdato il primo negozio di servizi alla persona gestito da cittadini cinesi che fu accolto con stupore dalla strada dello shopping fiorentina, a due passi da piazza Beccaria. Oggi sono diventati cinque. Non solo. Quasi un anno fa ha alzato il bandone anche il primo kebabbaro, una vera novità per la strada. Da allora, la fotografia commerciale della strada è a poco a poco cambiata.

Chi cammina in via Gioberti non può non rimanere colpito dalle vetrine scintillanti di tante nuove attività che hanno preso il posto delle vecchie botteghe, cadute giù come birilli nel corso degli anni e a cui il covid ha dato il colpo di grazia.

Tutti si ricordano del cosiddetto Bar dei preti, del biciclettaio, dell’orologiaio, della latteria, delle macellerie, delle pescherie, del fornaio o dell’Emporio dei giocattoli. La memoria corre veloce anche al Botteghino del Lotto, alla fiaschetteria che ha accolto generazioni di fiorentini o alla merceria o chi non ha portato le proprie calze alla rammendatrice di fiducia. Immagini di una Firenze che non esiste più ma che Maria Razzanelli Duvina, residente dal 1948, ricorda con dovizia di particolari. Alessio Gallori vive in via Gioberti dal 1955 ed è il presidente del comitato.

"Tante botteghe hanno chiuso ma tante invece per fortuna continuano a resistere" racconta. Per Gallori il cambiamento è cominciato 15 anni fa, "poi con l’esplosione del fenomeno degli affitti turistici la situazione è peggiorata e l’offerta si è adeguata alla domanda". È dello stesso parere Danilo Bencistà, titolare di Foto Fantasy dal 1991. "Negli anni ‘90 questa strada era ancora a servizio dei fiorentini – dice -, c’erano due pescherie, tre macellerie, la mesticheria e quattro alimentari...".

Mese dopo mese poi, dall’alba del Duemila, i negozi di vicinato sono stati sostituiti dalle boutique di abbigliamento. "Questa è una strada che segue le mode – riprende Bencistà -, in pochi anni le attività alimentari furono spazzate via da negozi di vestiti e calzature che oggi però si ritrovano a fare i conti con l’esplosione degli acquisti online e piano piano stanno lasciando spazio a chi offre servizi alla persona". Ma a giocare un ruolo chiave nella girandola di chi apre e chi chiude è senza ombra di dubbio anche il canone di locazione. "Nonostante via Gioberti sia lontana dagli anni d’oro resta comunque di appeal. E non c’è nessun margine di trattativa, nel senso che se un proprietario chiede una cifra si è costretti o ad accettare o a andare via. Tanto c’è sempre qualcuno dietro l’angolo pronto ad offrire qualcosa in più".

Per Duccio Gionni, presidente dell’associazione Le Cento Botteghe di via Gioberti, l’offerta commerciale segue un po’ quelle che sono le richieste del mercato come nel caso dei servizi alla persona. "La chiusura e la riapertura con un’altra insegna riguarda sempre i soliti fondi - conclude -, la maggior parte di noi è qui da oltre venti anni".

Rossella Conte