
Ungaretti e l’arte del vedere. Pittura e poesia, incontro con la storia
"Ogni colore si espande e si adagia negli altri colori. Per essere più solo se lo guardi". Sono parole di Giuseppe Ungaretti per descrivere la pittura di Piero Dorazio, che saltano fuori inedite e scritte a mano, dietro a una litografia dell’artista romano, maestro dell’astrattismo. Dorazio è solo uno dei tanti protagonisti della cultura del Novecento conosciuti e frequentati dal poeta dell’Ermetismo. Nei primi decenni del XX Secolo è soprattutto a Parigi, oltre che in Italia, che Ungaretti incontra e stringe rapporti di amicizia con Giacomo Balla, Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Gino Severini, Amedeo Modigliani, Giorgio de Chirico, Pablo Picasso, Enrico Prampolini, Ottone Rosai, Jean Fautrier, Franco Gentilini, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri e lo stesso Dorazio. Questi legami sono testimoniati da numerosi materiali d’archivio, scritti, corrispondenze e poesie, che adesso entrano a far parte della mostra che si apre oggi alla Galleria Tornabuoni Arte di Roberto Casamonti. ’Pittura e poesia. Ungaretti e l’arte del vedere’ è il titolo dell’esposizione (fino al 12 luglio), a cura di Alexandra Zingone, che celebra la convergenza tra letteratura e arti visive, nella figura del poeta autore di ’M’illumino d’immenso’, tracciando un panorama dell’arte italiana ed europea tra gli anni Dieci e Settanta del Novecento.
Ungaretti approdò a Parigi nel 1912, all’apice dell’effervescenza artistica e culturale. L’incontro con le avanguardie internazionali segnò il suo itinerario esistenziale, affascinato dalle sperimentazioni e dalle tendenze artistiche, condizionando il suo sguardo sulle arti, in particolare sulla pittura: "Chiamo poeta qualsiasi artista", diceva. ’Pittura e Poesia. Ungaretti e l’arte del vedere’ è stata presentata a Parigi nel 2023. "A Firenze arriva con due opere inedite di Dorazio – spiega Roberto Casamonti –, ’Senza titolo’ del 1968, realizzata per l’ottantesimo compleanno del poeta, e ’Modello e fonte per molti orizzonti’ del 1969, provenienti da Casa Ungaretti, con dedica al maestro". Tra le opere in mostra anche ’Tasse et paquet de tabac’ (1922) di Picasso, ’Giovane seduta’ (1905) di Amedeo Modigliani, ’Luce nella luce’ (1928) di Giacomo Balla, ’Il balcone’ del 1930 circa di Gino Severini. E ancora dipinti di Carlo Carra, Ottone Rosai e Giuseppe Capogrossi. Infine un ’Catrame’ (1950) e una ’Combustione’ (1960) di Alberto Burri che Ungaretti dice di amare "perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta".