L’università di Firenze aumenterà le tasse universitarie a partire dal prossimo anno accademico. L’incremento è stato stabilito dal bilancio previsionale annuale del 2023, approvato negli scorsi giorni in un quandro pesantemente condizionato dall’aumento dei costi.
La stangata sui contributi studenteschi, quantificato intorno all’11% dei totali, secondo l’Università è una conseguenza diretta dell’aumento del costo dell’energia e dall’inflazione galoppante. La manovra mira ad aggiungere ai 55milioni di euro recuperati in tasse studentesche ulteriori 5 milioni per far fronte all’incremento delle spese sostenute dall’ateneo, quantificate in 20 milioni.
L’università ha dichiarato che la ripartizione tra le varie fasce di Isee ancora è non è stata fissata ma che le fasce di reddito esentate dalla contribuzione non saranno toccate dalla modifica; la decisione effettiva su come distribuire l’aumento sui diversi scaglioni di reddito spetterà agli organi di governo dell’ateneo, prima delle immatricolazioni del prossimo anno accademico. L’ateneo ha comunque assicurato che l’adeguamento avverrà in base al sistema di fasciazione redittuale
Il consiglio di amministrazione dell’università intanto ha creato una commissione, composta dagli organi accademici e da tutte le rappresentanze studentesche, per assicurare il massimo coinvolgimento della comunità universitaria nella manovra di bilancio.
Non sono tardati i malcontenti e le proteste studentesche, in una nota coordinata Sds (Studenti di sinistra) ed altri 8 collettivi hanno espresso la loro insoddisfazione per la decisione: "Troviamo ingiusto che l’Ateneo di Firenze pensi, ancora una volta, a sanare i costi sulle spalle degli studenti, siamo quindi contrari a qualsiasi aumento della contribuzione studentesca che può anche solo interessare una fetta di essa – continuano –. L’università non può essere un’azienda che ricerca la logica del profitto sulle spalle degli studenti, la facoltà dovrebbe invece essere un bene di primaria importanza a servizio della comunità. Noi studenti ci stiamo chiedendo come si possa conciliare l’esigenza di aumentare le entrate provenienti dalle tasse studentesche con un bilancio che tutti gli anni termina con un avanzo di decine di milioni di euro": concludono i collettivi auspicando un sistema universitario gratuito, finanziato attraverso la fiscalità generale.
Anche Udu (unione degli universitari), che nel corso della seduta in senato accadamico ha pesentato un’interrogazione per chiedere spiegazioni sul bilancio, si è mostrato critico nei confronti della decisione:
"Il diritto allo studio deve essere tutelato; siamo studenti, alcuni dipendono dai propri genitori mente altri lavorano per pagarsi lo studio, è quindi ingiustificabile la scelta di attingere dalle nostre finanze per sanare buchi di bilancio di cui non siamo la causa. Come Udu abbiamo votato contrario all’innalzamento della contribuzione studentesca": conclude il collettivo studentesco.
Gabriele Manfrin