Fiesole, l’Università europea ‘cancella’ il Natale. Il presidente: “Rinominiamo la festa per l’uguaglianza etnica”

Un cambio del nome che sta suscitando polemiche. Ceccardi: “Elimina i tratti della nostra civiltà”

Renaud Dehousse, presidente dell’European University Institute (Eui)

Renaud Dehousse, presidente dell’European University Institute (Eui)

Fiesole (Firenze), 24 ottobre 2023 – Cancellare la parola ‘Natale’ in nome dell’’uguaglianza etnica”. E’ quanto avrebbe deciso Renaud Dehousse, presidente dell'Istituto universitario europeo di Fiesole (Firenze) per ottemperare agli obblighi del 'Piano per l'uguaglianza etnica e razziale dell'Eui. 

Le reazioni della politica: “Non è abolendo il Natale che si costruisce il dialogo”

Rinominare dunque la festa eliminando così «il riferimento cristiano». A riportare la notizia è l'agenzia Sir sulla base di una corrispondenza interna di cui è venuta a conoscenza.

Le regole per l'uguaglianza etnica nell'Eui, riferisce sempre Sir, prevedono che se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario dall'altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere 'inclusivo’.

Un cambio del nome che sta suscitando polemiche. Se il presidente dell'Iue «vuole annullare il Natale, allora si trovi anche un'altra sede per svolgere la sua attività», afferma la consigliera di Fdi alla Città metropolitana di Firenze Alessandra Gallego appresa la notizia dall'agenzia Sir.

L'Istituto, ricorda, «ha la propria sede nella Badia fiesolana, un luogo dove nel passato sorgeva l'oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo (patrono di Fiesole). Questa decisione sembra completamente fuori luogo e dimostra una mancanza di rispetto per le tradizioni italiane e per il significato profondo che il Natale ha per tantissime persone».

«Questa proposta apparentemente sconclusionata - le parole dell'europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi - risponde in realtà a un'ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture. Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi. Mi auguro quindi un passo indietro immediato su questa decisione da parte dei vertici dell'Istituto».