Per la polemica di un pomeriggio basta una frase. A pronunciarla è stato il vicepresidente del Consiglio e consigliere comunale Fdi Alessandro Draghi che ha proposto di intitolare la nuova rotonda "attualmente priva di toponimo e situata all’intersezione tra viale Righi e via Lungo l’Affrico", a Giovanni Gentile (nella foto), il filosofo ritenuto con Mussolini, l’ideologo del fascismo di Salò. Gentile, che aveva aderito alla Repubblica sociale italiana, fu ucciso durante la guerra il 15 aprile 1944 in via del Salviatino per mano dei Gap. Draghi ha parlato di "un gesto simbolico e concreto per restituire alla città un segno di memoria storica e riconoscimento culturale". Da quel momento non sono mancate le reazioni. Sia Anpi che Aned si sono scagliati contro Draghi. Secondo Anpi la proposta non sorprende: "Del resto Casaggì, il gruppo neofascista che Draghi ha fondato e di cui è tuttora il referente politico, per il 25 aprile onora i caduti della Repubblica sociale – è stato detto da Anpi –. La richiesta di onorare chi, a guerra ormai persa, incitava i giovani all’arruolamento e al massacro di sé e degli altri, o spendeva esaltati pensieri per Hitler e farlo a pochi giorni dall’80° anniversario della Liberazione non è altro che il consueto retropensiero che agita chi non riesce che a guardare indietro".
"Nessuna sorpresa" anche per Aned, come ha affermato il presidente della sezione fiorentina Lorenzo Tombelli: "Ormai siamo persino abituati ai tentativi della destra di annacquare o svilire il significato del 25 aprile. Proprio quest’anno – ha sottolineato – ricorrono gli ottant’anni dal conferimento della Medaglia d’oro della Resistenza alla città di Firenze e non possiamo accettare che dagli scranni di Palazzo Vecchio arrivino proposte per intitolare luoghi fiorentini alla memoria di coloro che si sono impegnati nella Repubblica sociale italiana per arrestare, condannare, deportare o torturare i nostri concittadini". Il consigliere comunale di Avs-Ecolò e il vicepresidente del Consiglio Vincenzo Pizzolo ha parlato di "provocazione grave e inaccettabile", secondo Dmitrij Palagi di Spc "è un atto eversivo e pericoloso, da non sottovalutare". Luca Milani del Pd ha duramente criticato la proposta, definendola "vergognosa": "Non merita di essere discussa. Un atto che giudico provocatorio e pericoloso che contrastiamo – ha concluso – e che rispediamo al mittente".
Niccolò Gramigni