
Uno spiraglio per i frati di Santo Spirito. Il via libera alla Rsa di lusso ancora non c’è
Per la comunità agostiniana di Santo Spirito e per l’Oltrarno ora si intravede una luce in fondo al tunnel. Per l’ex Distretto militare Ferrucci – che dovrebbe essere trasformato in una Rsa a cinque stelle – la Fastpol di Firenze e la Servizi Difesa Spa ancora non firmano il contratto di cessione (per 32 anni) nè tantomeno la società che si occupa di case di riposo e cura per anziani avrebbe presentato un progetto definitivo alla Soprintendenza. Queste sono le notizie che i frati e i comitati della riva sinistra d’Arno hanno appreso il giorno dopo l’assemblea di quartiere che ha richiamato nella basilica del Brunelleschi più di 200 persone. "Non tutto è perso – afferma il priore, padre Giuseppe Pagano – Noi ontinueremo a chiedere che l’ex caserma venga restituita al nostro convento per realizzarci all’interno un’appendice del museo di santo Spirito, una sala conferenze, una biblioteca e degli spazi di aggregazione per i fiorentini. Questa non può essere la piazza solo dei bar, della movida e dei ristoranti. Vorremmo creare un qualcosa di bello, di culturale. E la speranza è che la politica ci dia una mano. Il governatore Giani è dalla nostra parte, ma il Comune che fa?".
La prossima mossa degli agostiniani, nel caso in cui la Fastpol, per 5 milioni di euro, riesca a realizzare la Rsa nell’ex Centro documentale dell’Esercito, sarà quella di occupare quegli spazi in segno di protesta. Un atto forte, inequivocabile, che potrebbe però smuovere chi oggi ancora tentenna. Nel frattempo i militari, che si vedono sempre meno in piazza Santo Spirito, stanno portando via tutto ciò che occupava le antiche celle di quella porzione di convento. "Mi appello al ministro Gennaro Sangiuliano e anche alla soprintendente Antonella Ranaldi affinchè blocchino un’operazione che ha tutto il sapore della rendita – aggiunge padre Pagano – Oltretutto i lavori per trasformare il Distretto in una Rsa e in una senior house (40 posti per la prima e 20 per la seconda), potrebbero essere impattanti e distruggere un pezzo di storia di questa città.
Gabriele Manfrin