REDAZIONE FIRENZE

Uomini che temono la libertà delle donne

Gentile scrittore, ho dedotto, da alcuni suoi romanzi, la sua ammirazione per il genere femminile. Mi ritengo una femminista, ma molte volte mi chiedo se noi donne della cosiddetta "generazione X" ce le siamo meritate le battaglie di coloro che ci hanno precedute, partigiane o femministe "combattenti". Mi è capitato così spesso di vedere donne della mia età (e non solo) affannarsi ancora alla ricerca di un uomo con il quale "sistemarsi". Non abbiamo ancora capito che noi nasciamo "già sistemate"? Le scrivo questo perché mi rendo conto che a fare le spese di questa situazione sono prima di tutto i sentimenti: quale sentimento si nasconde dietro questa trappola vecchia come il mondo e dalla quale temo non ci libereremo mai?

Virginia

Gentile Virginia, nel nostro mondo occidentale abbiamo alle spalle secoli di una società "tenuta in pugno dai maschi", che ha potuto arrivare indenne fino ai grandi rivolgimenti esplosi nel ’68, quella bomba culturale che ha provocato reazioni a catena che continuano ancora. Quel periodo non è stato il frutto di ideologie, ma di una sorta di "rottura" storica inevitabile, sulle quale si sono innestate anche certe ideologie. Ma non tutto cambia nello stesso momento e nello stesso modo. A volte capita di vedere in una chiesetta sperduta un affresco del Settecento che somiglia a un affresco del XIV secolo, come se nel mezzo non ci fosse stato il Rinascimento. Ci sono mamme che spingono le figlie nei letti dei potenti sognando la fama per loro e la ricchezza per se stesse, come se le figlie belle fossero un buon investimento. Ci sono donne che vivono in funzione degli sguardi degli uomini. Ci sono donne che cercano ancora il "buon partito", e si potrebbe continuare. Sono donne come queste che alimentano il maschilismo, che consentono al maschio di avere ancora il potere sbagliato di una volta: potere di decidere, di sottomettere. Ma quelle donne sono sempre meno. Ci sono ovunque donne indipendenti e solide, cariche di risorse interiori, che affrontano la vita senza bisogno degli uomini per avanzare. Proprio per questo vengono ammazzate, perché ci sono maschi che non tollerano di perdere questo antico privilegio di potere. I maschi hanno sempre avuto paura, se non terrore, delle donne, della loro potenza di attrazione, della loro bellezza e fantasia e intelligenza (ci sono anche donne cattive e spietate e stupide). Nel Medioevo c’è chi definiva le donne "strumento del demonio", proprio per la loro capacità di affascinare, attribuendo a loro la colpa di quel che l’uomo provava, con un abile ribaltamento di cause. Adesso a fare paura è soprattutto la loro libertà. Viva le donne libere. (Suggerimento di lettura: "Nessuno torna indietro" di Alba De Céspedes, 1938, ripubblicato recentemente sempre la Mondadori, romanzo avversato dal fascismo).