Rogari
Diciamo la verità. Nella lista dei cahier de doléances di questa città c’è la viabilità. Non è la sola, ma è quella che colpisce in modo diffuso e quotidiano i molti cittadini che per lavoro, scuola o altri impegni sono costretti a muoversi con un mezzo privato. Firenze, sotto questo profilo, è una città faticosa di per sé perché è stretta (fra due colline) e lunga, lunghissima. È una piccola città, sotto il primo profilo, che diviene grande sotto il secondo. Ma non è mai stata pensata come tale. Soprattutto i suoi amministratori nei decenni non l’hanno pensata tale. Tutto finiva nel piccolo centro storico. Ora siamo arrivati a questa consapevolezza, sono esplosi i cantieri della tramvia, ma dovremo tribolare ancora a lungo. Io abito in zona nord ovest. Per raggiungere il quartiere di Coverciano devo fare circa otto chilometri. Se il traffico è normale metto in conto 50 minuti. Il che non significa arrivare a Bagno a Ripoli. Significa raggiungere la zona del Gignoro. Per andare oltre è bene aggiungerne una ventina. Tempi biblici, sempre che non ci siano blocchi da incidente o altro. Questa è la regola. Non è un fatto che riguarda solo i cittadini che non possono accedere alla Ztl. Vale anche per le auto di servizio pubblico. Mi servo spesso di un’auto di ditta ravennate per il tragitto Bologna-Ravenna. Tutti gli autisti con cui ho viaggiato sono terrorizzati da Firenze. Mille volte meglio portare un cliente a Milano o a Roma, mi dicono. Firenze è l’inferno dantesco dal quale una volta entrati non si esce. Neanche alcuni punti nevralgici come i Pronto soccorso degli ospedali cittadini sono raggiungibili in tempi certi. È di pochi giorni fa il blocco di Careggi per i lavori di Publiacqua, che si è scusata. Ma, al di là delle scuse, doverose, mi chiedo quali avrebbero potuto essere le conseguenze della inaccessibilità per ore del pronto soccorso del Meyer. Mi chiedo quanti semafori incontri e quali tempi impieghi un cittadino che ne abbia urgenza per attraversare piazza Dalmazia e raggiungere Careggi per viale Morgagni. Purtroppo sono domande retoriche.