
I carabinieri hanno ripreso con una telecamera l’attività dello studio del medico indagato
Firenze, 3 giugno 2022 - «Io non sono contro il vaccino. Non sono no-vax. Ho fatto quello che mi hanno chiesto loro, i pazienti che sono venuti in ambulatorio...Non volevano la dose, però dicevano di avere assoluto bisogno di ricevere il green pass...E’ andata così".
E quanti pazienti ha – diciamo – trattato? Quanti vaccini sono andati perduti a causa di queste finte iniezioni? hanno insistito a chiedergli gli inquirenti. Il medico seduto in procura ha ammesso i fatti, le proprie responsabilità, rispondendo a ogni domanda. Dai 35 falsi vaccinati identificati nella prima fase delle indagini, si parla adesso di 400-500 persone. "E di 700 dosi non impiegate, c’è chi però risulta averne ricevute due, chi addirittura ha completato l’intero (falso) ciclo vaccinale, le tre dosi...".
Ecco perché non ci può essere corrispondenza precisa, equivalenza, tra numero delle dosi e dei soggetti che le hanno ricevute. Per finta. Dosi andate perdute. Che hanno avuto un costo.
Davanti al pm nel corso di un interrogatorio avvenuto già diverse settimane fa, ad aprile, ma di cui nulla si era saput – soprattutto riguardo alla confessione e al tenore complessivo delle dichiarazioni rese, delle risposte, dei dfati forniti agli inquirenti, il dottor Stefano Soldani, 57 anni, medico di medicina generale, ha riconosciuto il proprio ruolo nella vicenda che lo ha portato in carcere il 22 marzo, arrestato dai carabinieri del Nas su ordinanza di custodia, ai domiciliari, firmata dal giudice Antonella Zatini su richiesta dei sostituti procuratori Giovanni Solinas e Vito Bertoni.
In sintesi estrema il medico avrebbe niiettato per due-tre mesi almeno, a inizio anno, soluzione fisiologica (o anche niente) a qualche centinaio di persone, anziché le dosi di Pfizer per contrastare diffusione generale ed effetti su ogni singola persona del Covid-19.
Il medico arrestato svolgeva servizio in un ambulatorio di via Pistoiese. Sospeso dall’azienda sanitaria rischia la radiazione. Le indagini sono in pratica concludersi. L’Arma ha identificato col ’contributo’ del medico i pazienti (la maggior parte 40-50enni) che si sono sottoposti alle false iniezioni e che, registrati, hanno beneficiato del green pass. Fino a ritrovarsi, ora, indagati in concorso con il medico per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti e documenti informatici pubblici: i dati dei finti pazienti attestanti la (falsa) somministrazione del vaccino venivano infatti inseriti in modo altrettanto doloso sulla piattaforma Sispc della Regione. Il sistema, così ‘informato’ generava altrettanti green pass, rilasciati a persone che non ne avevano diritto, stante la norma sulla carta verde in vigore fino a poco tempo fa. Semmai c’è da fare una scrematura: nella lista nera pazienti ci sarebbero anche persone che pensavano di ricevere il farmaco anti-Covid e invece hanno avuto un ’placebo’.
Il passa parola . Funzionava così: le persone interessate a dribblare il vaccino, risultando però ’in regola’, si avvicinavano con fare ’carbonaro’ allo studio di via Pistoiese. Sapevano del medico compiacente. Un suo collega si è insospettito: non tornava che la sua segretaria, registrata nel sistema informativo, avesse ricevuto la dose di domenica, giorno in cui i medici di medicina generale non lavorano. Ha fatto denuncia. La telecamerina nascosta dai carabinieri del Nas nell’ambulatorio di via Pistoiese ha registrato tutto.
g.sp.