Firenze, 25 novembre 2021 - Procede velocemente la somministrazione della terza dose, soprattutto fra i più anziani. E nel frattempo anche in Toscana ci si comincia a organizzare per l’immunizzazione dei bambini da cinque a undici anni.
Da quando, martedì pomeriggio, la Regione ha dato il via alle prenotazioni per la terza dose con un mese di anticipo (non dopo sei mesi ma dopo cinque dalla seconda somministrazione), le adesioni hanno registrato un vero e proprio boom, complici probabilmente anche le nuove limitazioni annunciate per ridurre il contagio.
In due giorni le terze dosi prenotate sono state 78mila (dato aggiornato alle 19 di ieri): di queste 22.100 sono destinate a over 40 e 41.500 a over 60. «Alla luce delle tante richieste – spiega Andrea Belardinelli, responsabile sanità digitale e innovazione della Regione – abbiamo messo altre 30mila dosi a disposizione sul portale, per le somministrazioni previste fino al 19 dicembre. Abbiamo in totale 250mila dosi Moderna e continueremo a caricarle in base alla domanda. Probabilmente sarà necessario, perché ci aspettiamo un ulteriore incremento delle prenotazioni alla luce delle novità sul ‘super green pass’".
Sono ancora più avanti le immunizzazioni degli over 80: su un totale di circa 320mila toscani di questa fascia d’età, 194.134 hanno già ricevuto il richiamo (13mila tramite prenotazione o line, gli altri in gran parte dal medico di famiglia e, in qualche caso, anche in farmacia), tanto da far sperare che, procedendo a ritmi analoghi, si possa terminare il ciclo fra due o tre settimane. Questo permetterà ai medici di vaccinare in massa gli under 80 (per ora possono farlo solo i dottori che hanno già immunizzato con terza dose i più anziani).
Intanto i nuovi divieti che, in base al decreto approvato ieri, impediranno ai non vaccinati l’accesso ad attività ricreative, ristoranti, cinema e stadi, danno nuovo impulso alle prime dosi. Se la macchina vaccinale viaggiava da tempo al ritmo di 400-500 prime dosi al giorno, martedì ne sono state somministrate 1.500 e ieri, alle 18, ne erano già state fatte 700. Il prossimo passo potrebbe essere a breve l’immunizzazione dei bambini fra 5 e 11 anni: un’ipotesi sulla quale si sta lavorando a livello nazionale. "In questi ultimi giorni – dice Massimo Resti pediatra e direttore del Dipartimento Specialistico Interdisciplinare dell’ospedale pediatrico Meyer - siamo invasi dalle bronchioliti e abbiamo avuto meno casi di Covid, ma ci aspettiamo un aumento fra i bambini delle scuole primarie, visto che sono l’unica categoria non vaccinata".
Il rischio di conseguenze gravi per questa fascia d’età è peraltro tutt’altro che remoto. "La malattia è molto più benigna nei bambini – spiega - ma è anche vero che il numero dei morti da Covid in Italia, in età pediatrica, è sovrapponibile a quello per meningiti da meningococco e pneumococco insieme; non è una cifra banale. I decessi per Covid si verificano non tanto per la fase acuta quanto, prevalentemente, per una sindrome che si verifica successivamente, dopo due o tre settimane; un’infiammazione diffusa di tutti i vasi che porta a uno scompenso multiorgano. Fra i rischi c’è poi la comorbidità, che si può registrare, per esempio, anche a causa dell’obesità, molto frequente fra i più piccoli. Credo – conclude Resti – che si debba assolutamente estendere il vaccino anche ai bambini perché rispondono molto meglio degli adulti e perché l’interruzione della circolazione del virus sarà più facile riducendo il numero dei soggetti suscettibili".