ILARIA ULIVELLI
Cronaca

"Io, primo vaccinato. I medici diano l’esempio"

Domenica il "vaccine day": il direttore del pronto soccorso di Careggi, Stefano Grifoni, nell’elenco che oggi sarà inviato a Roma

Stefano Grifoni

Firenze, 22 dicembre 2020 - Entro oggi la Regione dovrà inviare al commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri l’elenco con i nominativi delle prime persone da vaccinare: tra queste c’è il direttore del pronto soccorso di Careggi, Stefano Grifoni. Si avvicina il "Vaccine day". La data simbolica d’inizio vaccinazione in tutta Europa è stata fissata per domenica. Alla Toscana arriveranno 620 dosi che saranno così distribuite: 70 alla Rsa Montedomini, 45 a Careggi – dove il prezioso carico arriverà scortato alle 6 del mattino dopo aver prelevato le fiale già scongelate allo Spallanzani di Roma – 45 a Torregalli e le restanti le 460 agli altri 10 ospedali hub segnalati alla struttura commissariale.

Le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie hanno già selezionato i candidati e inviato l’elenco in Regione: rappresentate tutte le categorie professionali (dal medico all’amministrativo al cuoco), rispettando la parità di genere.

Dottor Grifoni, quando l’hanno chiamata qual è stata la sua prima sensazione? "Quella vera? (sorride). Ritengo che sia stata una decisione giusta, secondo etica: i medici devono dare l’esempio e io ho subito fornito il mio consenso. Prima dei miei pazienti lo provo io. Anche per senso di responsabilità". Crede che il vaccino ci tirerà fuori dalla pandemia? "La vaccinazione è necessaria. Anzi, direi indispensabile. E probabilmente dovrebbe essere anche obbligatoria per quanti lavorano in ospedale. Tuttavia non credo che sarà sufficiente per debellare il Covid in tempi rapidi. Non possiamo permetterci di rilassarci: dovremo continuare con le attuali regole igieniche, di prevenzione con le mascherine e di distanziamento sociale". Cosa manca ancora nella lotta al Covid? "Vorrei dire alla politica di occuparsi, insieme alla vaccinazione, anche delle persone fragili. Di ridurre le diseguaglianze sociali. Solo in questo modo riusciremo a combattere il virus da tutti i punti di vista". In ogni caso il vaccino è la nostra arma più potente per la protezione della salute collettiva... "Sì e dovremo fare un’opera di informazione capillare. I sondaggi attualmente dicono che soltanto il 70% della popolazione, cioè un terzo, è disponibile a sottoporsi alla vaccinazione. Si tratta di un errore, anche nostro, dobbiamo infondere fiducia. In questa battaglia dobbiamo essere tutti uniti perché nessuno si salva da solo". Nella storia della medicina i vaccini hanno avuto un ruolo fondamentale per debellare malattie pericolose e mortali. "Un ruolo importantissimo. Basti pensare alla poliomielite, al vaiolo, al morbillo. Tutte patologie che senza il vaccino avrebbero continuato a mietere tante vittime, a lasciare esiti importanti dopo complicanze gravi. E’ fondamentale pensare a questo: le vaccinazioni hanno sempre vinto i morbi, quando ne abbiamo avute di disponibili. E quando sono state abbandonate si sono visti i risultati, come recentemente negli Stati Uniti con la recrudescenza di epidemia di morbillo e in Russia con la difterite. Il vaccino è stato un alleato prezioso per combattere malattie che potevano cancellare il genere umano".