
Il primo 15enne si è presentato anche con un po’ di anticipo accompagnato dal babbo. Faccia tranquilla e atteggiamento di chi sa che ciò che sta per fare ha uno scopo preciso: proteggersi e proteggere. "Ha perso il nonno di Covid l’anno scorso nella prima ondata della pandemia – racconta il genitore - Anche la nonna e la zia si sono ammalate. Loro per fortuna sono guarite. Appena è stata data la possibilità ho subito pensato di vaccinare anche lui". Nell’ambulatorio del dottor Claudio Lelli, alla Casa della Salute di Castelfiorentino, è iniziata ieri la campagna vaccinale da parte dei pediatri di famiglia. Alle 15.30 il medico è andato a ritirare le fiale di Pfizer prenotate alla farmacia di riferimento. Dal contenitore ‘rinfrescato’ le quattro fiale settimanali sono state trasferire nel frigorifero dell’ambulatorio. Un paio sono state somministrate ieri a 12 giovani assistiti, le restanti verranno iniettate nella seduta di oggi pomeriggio. E’ la prima volta che il pediatra, assistito dall’infermiera Greta Cresci e dalla segretaria Gabriella Baccellini, si è trovato a maneggiare il vaccino anti Covid e ogni passaggio è stato eseguito con la massima attenzione.
La fiala è stata affidata all’infermiera che ha eseguito alla lettera le indicazioni per la preparazione delle sei dosi ricavabili dallo stesso flaconcino. "E’ questa la fase che richiede più tempo – spiega il medico – Dopodiché si tratta di una semplice iniezione nel braccio". Al genitore, prima della somministrazione del vaccino al figlio, viene fatto firmare il consenso informato. Più veloce è la parte della scheda anamnestica perché il pediatra già conosce il suo assistito.
Alla Casa della Salute di Castelfiorentino sono stati organizzati due pomeriggi settimanali per vaccinare una potenziale platea di 440 ragazzi tra i 12 e i 16 anni assistiti dal dottor Lelli e dal collega Roberto Ghio. Difficile riuscire a coprire tutti con doppia dose prima dell’inizio dell’anno scolastico. Anche perché il richiamo dopo la prima iniezione viene fissato a 21 giorni (tre settimane). Alcune famiglie, contattate dalle segretarie, non hanno ancora dato il consenso.
Altre, invece, complice l’introduzione del green pass, hanno richiamato per inserire i figli nella lista. "Le principali domande che mi fanno sono ‘dottore ma è un vaccino sicuro?’, ‘può modificare il Dna?’, ‘ma è possibile che sia stato fatto in così poco tempo?’. Le domande sono legittime, ci mancherebbe, però è bene ricordare che il vaccino è il farmaco più sicuro nel momento in cui viene messo in commercio perché ha superato numerosi test e controlli. E poi, agli scettici, faccio anche una domanda: sapete quali sono le due cose che hanno permesso di allungare e migliorare la vita dell’uomo? La scoperta dell’acqua potabile e i vaccini".
Irene Puccioni