
Giovanni Galli, ex consigliere comunale in Palazzo Vecchio, ex Forza Italia. Dal 2020 è consigliere regionale della Lega
di Francesco Ingardia
"La Toscana è ostaggio della sinistra da troppo tempo. Il Pd ha trasformato questa terra in un feudo personale, dimenticando che la politica è servizio, non potere". Ringalluzzita dalla due giorni di congresso federale nella Toscana che ambisce a governare, Elena Meini scalda i motori nel ruolo di candidata governatrice ufficiale del Carroccio scagliandosi contro la sinistra. Peccato che fino al 9 aprile non è dato conoscere l’effetto domino generato dalla sentenza della Consulta sul terzo mandato. Che sì riguarda lo sceriffo De Luca in Campania ma anche il doge Zaia in Veneto. Ma il congresso è servito a compattare i leghisti in vista della campagna elettorale. Resta ora da trovare l’alchimia giusta tra il quieto vivere dei quadri toscani (dirigenti più consiglieri in regione) e l’avvento organico nella vita del partito di Roberto Vannacci, da ieri con la tessera KIP902 nel taschino. C’è una distanza da colmare. Il generale ha mal digerito la fuga in avanti del segretario Baroncini di avallare la nomina di Meini ad aspirante governatrice ("Non è la mia candidata"). Ora, però, il Carroccio toscano chiede uno sforzo a Vannacci: quello di "giocare di squadra" per il bene del partito, spendendosi in campagna elettorale per replicare il successo di preferenze delle europee. Come? Fonti a lui vicine escludono la discesa in campo di rottura, sia come aspirante governatore, che come consigliere regionale. A Vannacci però piace tenere tutti sulle spine: "Contemplo tutte le possibilità. La coalizione di centrodestra ancora non ha indicato il candidato. Decideremo insieme la strategia più pagante, ma certamente Vannacci sarà in campo". Certo, prima o poi il focus andrà spostato su programmi e liste. La cui composizione, per la Lega, rischia già di partire in salita.
Corposo il nervosismo di una frangia di leghisti toscani dietro alla figura di Giovanni Galli, eletto nel listino bloccato nel 2020. Il motivo? La "pecca" a differenza dei colleghi in Regione, nei consigli comunali o nelle segreterie provinciali, di non aver dal 2020 a oggi esercitato la facoltà della contribuzione volontaria (una prassi partitica degli eletti, beninteso, non un obbligo) di una parte dei propri emolumenti, come dimostrano i tabellari pubblici alla sezione ’trasparenza’ sul sito web della Lega Toscana. Mal di pancia così urticanti da mettere in discussione per i piani alti - la riflessione in corso è questa - la possibile ricandidatura per il consiglio regionale. La questione è scivolosa, ed era destinata a rimanere lontana dai riflettori. A domanda diretta, Galli risponde di "aver chiarito tutto a suo tempo" e che non c’è "alcuna scelta politica" dietro all’assenza di donazioni alla tesoreria della Lega. La segreteria regionale in mano a Luca Baroncini liquida la faccenda con una frase secca: "Si tratta di libere donazioni". Come liberi e intensi restano i mal di pancia.