REDAZIONE FIRENZE

L’impianto di recupero vapori da riparare, il carrello vicino al punto dell’esplosione. Calenzano, cosa emerge dalle indagini

Emergono nuovi dettagli e ipotesi dall’inchiesta della procura di Prato sulla tragedia al deposito Eni di Calenzano. Si cercano altre immagini utili e proseguono i colloqui investigativi con autotrasportatori, addetti dell’impianto e manutentori esterni

Firenze, 13 dicembre 2024 – Spuntano nuovi dettagli sulla terribile esplosione nel deposito Eni di Calenzano. Al momento della deflagrazione, nelle vicinanze della pensilina numero 6 era in atto il sollevamento di un carrello, tramite un macchinario, proprio in concomitanza alla formazione di una nube di vapori di carburante. La vicinanza di questa operazione potrebbe aver contribuito all’innesco dell’esplosione. 

Il deposito Eni a Calenzano dopo l'esplosione (Foto Germogli)
Il deposito Eni a Calenzano dopo l'esplosione (Foto Germogli)

È quanto si apprende ai margini della inchiesta della procura di Prato in base a ipotesi maturate nel prosieguo degli accertamenti tecnici in corso. Il fumo di vapori è lo stesso riferito da alcuni testimoni e corrisponderebbe a quello che si nota nel primo video disponibile sull’esplosione. 

Si apprende inoltre che la mattina dell’esplosione erano in corso due distinti interventi di manutenzione agli impianti. Uno alla pensilina numero 7, accanto a quella dell’esplosione, riguardava una condotta di alimentazione per il carico di carburante ai camion. L’altro invece riguardava la riparazione di due raccoglitori di vapori – uno più piccolo, uno più grande – che da tempo risultavano malfunzionanti e che sono proprio alla corsia 6, quella dell’esplosione. Lo si apprende dagli inquirenti. Vapori di benzina e di altri carburanti si formano nelle fasi di pompaggio dei prodotti nelle autobotti. 

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L'esame di tutte le immagini disponibili è una delle attività che con meticolosità vengono svolte anche in queste ore dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Firenze per cercare altre immagini utili, oltre quella circolata poche ore dopo l'esplosione del 9 dicembre. In quel video di quasi un minuto, pur 'sgranato', le immagini riportavano il diffondersi di fumo, che formava una piccola nube gassosa alla base di una corsia di carico di carburanti prima dell'esplosione. Un documento prezioso, ma la speranza è trovarne altri simili.

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Secondo quanto emerge proseguono, intanto, anche i colloqui investigativi coi testimoni, innanzitutto autotrasportatori, addetti dell'impianto e manutentori esterni. Vengono sentiti tutti quelli che sono in grado di riferire qualcosa di utile, a partire dai testimoni diretti presenti la mattina del 9 dicembre. Anche l'acquisizione di documenti delle aziende è un'altra attività delegata dalla procura di Prato che continua e che serve per raccogliere gli elementi utili a definire vari aspetti, fra cui i rapporti fra committente Eni e appaltatore, modalità di servizio riguardo alla manutenzione straordinaria in corso nel sito e le attività di accesso e carico delle autocisterne per la clientela.