Nel mese di febbraio abbiamo riflettuto su un articolo di giornale in cui si parlava dell’iniziativa di un importante centro commerciale che ha allestito una vendita ’al buio’ di pacchi smarriti. Non siamo rimasti colpiti dall’idea di dare una nuova vita a oggetti contenuti in scatole mai ritirate, ma dalla reazione delle persone a tale proposta. La gente si è infatti precipitata spendendo e facendo ore di fila per accaparrarsi confezioni delle quali non conosceva il contenuto. Nonostante si trattasse di un’iniziativa virtuosa, tesa a ridurre gli sprechi, il risultato è stato che in molti casi gli oggetti, seppur nuovi, sono stati considerati inutili e gettati. Per questo abbiamo ritenuto opportuno fare un’inchiesta per comprendere quali sono i motivi che ci spingono a comprare e le sensazioni che ci accompagnano.
Abbiamo intervistato 166 ragazzi della nostra scuola di età compresa tra gli undici e i diciannove anni (Scuola media e Liceo): il 39,7% sostiene di acquistare per un bisogno reale, il 37,2% per sfizio o divertimento, il 9,5% per noia; l’8,3% per colmare un vuoto, il restante 5,3% per essere come gli altri. Il 44% sostiene di essere felice a seguito del proprio acquisto, il 42,5% si reputa soddisfatto, il 3,9% deluso e il 9,6% ammette di sentirsi esattamente come prima. Questi dati parlano chiaro: molto spesso rischiamo di accumulare cose per sopperire ad altre mancanze e di conseguenza siamo condannati a non godere fino in fondo di ciò che abbiamo. Un acquisto veloce e poco meditato ci porterà a dimenticare in breve tempo l’oggetto in questione e non ci sarà un buon motivo per desiderare che esso continui a vivere. Le nostre abitazioni sono piene di cose scordate che poi siamo disposti a buttare quando sentiamo l’esigenza di fare ordine e pulizia. Ci siamo chiesti cosa possa fare la differenza e la nostra risposta vive in una parola: attesa. Attendere significa darsi il tempo di capire, desiderare e non dare niente per scontato, significa sottrarsi alla logica dell’istantaneo a cui l’era digitale ci sta costringendo. Clicco e ho, magari a prezzo stracciato, clicco e mi levo la soddisfazione. Ciò che attendiamo è immaginato, sognato, voluto e quando finalmente arriva ci trova felici: non avremo solo un oggetto, ma tante idee per utilizzarlo, progetti in cui inserirlo, emozioni con cui viverlo. In questo caso sarà molto più facile non confonderlo con le altre mille cose che ci circondano e ci verrà spontaneo custodirlo nel tempo.