"Venerdì abbiamo pranzato insieme, poi abbiamo fatto la nostra consueta passeggiata. Nessuna avvisaglia, nessun segnale di malessere. Niente di niente. Eleonora era quella di sempre. Ci sembra ancora assurdo... ", racconta la collega Sara Bartolini. Alla ’Pm service’ di Pontassieve è un lunedì difficile. Eleonora Guidi lavorava lì da 13 anni, in amministrazione, dopo il diploma all’istituto turistico Marco Polo. Nella sua stanza c’è la targa per i dieci anni di attività, il suo nome e l’augurio di "continuare a far parte della storia di Pm service". Ma Eleonora non tornerà più in quell’azienda, quasi una seconda famiglia. Al suo posto c’è una pianta di fiori bianchi, delicati messa dai colleghi per ricodare una tragedia ancora senza perchè. Sulla sua scrivania tutto è come lo ha lasciato venerdì sera quando, come ogni giorno, si è chiusa la porta alle spalle per tornare a casa, ignara di andare incontro alla morte. Le cuffie con il microfono accanto alla tastiera, un evidenziatore lasciato senza tappo, la borraccia, i post-it al computer, perfino un mandarino ormai avvizzito e nel raccoglitore, su uno dei fogli in cima, un cuore rosso con la scritta ’love’. Quell’amore che le è stato tolto proprio da chi prometteva di fare il contrario.
Per Sara che con la giovane condivideva gli spazi e le pause, quella scrivania vuota è un colpo al cuore. Non riesce nemmeno a guardarla e quando gli occhi ci vanno involontariamente, si incupiscono. È il motivo per cui l’altra collega ha cambiato ufficio, troppo difficile stare lì dentro senza Eleonora; mentre altri hanno preferito rimanere a casa e lavorare in smart. "Siamo entrati lo stesso anno, abbiamo sempre lavorato spalla a spalla – ricorda Bartolini –. Lei è entrata pochi mesi prima di me, è stata la prima persona che ho trovato qui. Eravamo molto attaccate, non era solo un rapporto di lavoro. Anche perché lei era bravissima, dolce e solare, impossibile non affezionarsi, inconcepibile capire cosa sia accaduto".
La sua grande passione erano gli animali. Dopo la morte del cane, scomparso pochi anni fa, le era rimasto il gatto. I colleghi descrivono Eleonora come una ragazza sportiva: si allenava anche nella palestra aziendale e quando non riusciva, faceva lunghe camminate. Poi nel 2023 la nascita del figlio: "Stravedeva per il bambino, era molto attaccata e premurosa" continua Bartolini. Nove ore al giorno insieme, per tredici anni. Tra una battuta e una risata, le quotidiane pause pranzo, saltava fuori una chiacchiera e una confidenza. La giovane, però, non ha mai accennato a problemi di coppia o a malesseri legati al compagno. "Venerdì abbiamo chiacchierato, ripeto, era tranquillissima".
Come amici e parenti anche i colleghi non riescono a spiegarselo. Della relazione con Lorenzo, nata cinque anni fa, sapevano poco. In ufficio lo avranno visto un paio di volte. "Il privato rimane tale. Io la conoscevo da una vita, lui sono anni che non lo frequento - aggiunge Matteo Innocenti, figlio dei titolari, che con Eleonora aveva conoscenze in comune anche al di là del lavoro–. Come gruppo SESA, abbiamo deciso di aprire una fondazione. Non sappiamo ancora se porterà il suo nome o quello del figlio, ma la faremo". Anche il comune di Rufina sta pensando di avviare una raccolta fondi per il piccolo, oltre ad altre iniziative nel nome di Eleonora: il giorno del funerale (ancora da stabilire) sarà lutto cittadino, mentre oggi, alle 21 in Piazza Umberto I, una fiaccolata in suo ricordo.
Teresa Scarcella(Ha collaborato Leonardo Bartoletti)