Firenze, 20 ottobre 2020 - Siamo arrivati alla penultima tappa di questo viaggio. Se nelle ultime due puntate abbiamo approfondito tecnologie come l’Internet delle Cose e l’Intelligenza Artificiale, adesso non possiamo che soffermarci sulla blockchain, venuta alla ribalta grazie all'esplosione dei Bitcoin di qualche anno fa, ma ancora poco conosciuta.
Per blockchain intendiamo un software che permette di dare vita ad una rete di soggetti, un ecosistema dove vengono scambiati dei dati, definiti Asset. Ogni soggetto facente parte della rete (definito nodo della blockchain), scambia informazioni con gli altri condividendo regole comportamentali e contrattuali definite in partenza: gli Smart contracts. La particolarità della blockchain consiste nell’essere un sistema decentralizzato, dove è la tecnologia stessa a tutelare il rispetto delle regole e certificare gli scambi che avvengono all’interno, consolidando quindi la fiducia tra i partecipanti e verso gli asset. La blockchain garantisce che ogni nuova operazione venga annotata sul libro mastro solo dopo essere stata convalidata dai nodi, ovvero dopo aver raggiunto il consenso tra i partecipanti.
Proviamo un attimo a fare chiarezza, evidenziando le caratteristiche per cui molti la ritengono la tecnologia del futuro insieme all'intelligenza artificiale.
Immutabilità del registro: chi partecipa alla rete ne sposa le regole che, una volta definite, non si possono più modificare.
Tracciabilità delle transazioni: ogni singolo passo dentro la blockchain è tracciato e registrato e non si può correggere.
Alto livello di sicurezza basato su tecniche crittografiche, il sistema è molto difficile da violare.
Decentralizzazione del sistema: con l'assenza di un intermediario determina il primato della tecnologia per quanto riguarda il rispetto delle regole e la costruzione della fiducia tra i partecipanti.
La funzione primaria di una blockchain è, dunque, di certificare transazioni tra persone. I campi di applicazione, però, sono infiniti: si può usare la blockchain per certificare la provenienza di un prodotto agroalimentare, lo scambio di titoli e azioni o per rendere sicuri e inalterabili contratti e voti online. In quasi tutti i settori è possibile utilizzare la blockchain per aumentare l’efficienza e la sicurezza delle transazioni: dal tracciamento della filiera di una produzione, alla creazione di circuiti di fidelizzazione, fino alla gestione dei dati medici.
Per chiudere, la blockchain è diventata popolare per via dei Bitcoin, la moneta virtuale più conosciuta, costantemente in bilico tra essere considerata una bolla speculativa o la moneta del futuro. Ma per far capire a tutti voi che il futuro è già adesso, proprio la settimana scorsa la Cina ha lanciato la prima criptovaluta di uno stato - lo Yuan Digitale - che si appoggia proprio su tecnologie di blockchain.
Lapo Cecconi è docente Master Digital Transformation dell'Università di Firenze e fondatore della startup Kinoa