Visita al ’suocero’ Denis Verdini, e tour tra le ’rovine’ di Sollicciano. È stata la mattinata di ieri del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che a sorpresa si è presentato davanti ai cancelli del penitenziario fiorentino intorno alle 11 di mattina. Da quanto appreso, Salvini, che come ministro può accedere al carcere, ha visitato il carcere e poi ha incontrato, nella sala colloqui, Verdini, dopo essere stato autorizzato dalla direttrice Antonella Tuoni. L’ex senatore di Ala, a cui sono stati revocati i domiciliari per averli evasi, si trova in quello che è chiamato il percorso di accoglienza per chi entra in carcere. Dovrà essere poi deciso come e dove collocarlo.
L’ex parlamentare 72enne, condannato in via definitiva a 6 anni per la bancarotta del Credito Cooperativo Fiorentino, si trovava ai domiciliari, ma da martedì è nuovamente recluso a Sollicciano, dove sconterà la pena fino al 2036. La procura di Firenze gli ha contestato l’evasione che risale al periodo compreso tra ottobre 2021 e gennaio 2022: Verdini avrebbe infatti approfittato dei permessi che gli erano stati concessi per un ciclo di cure odontoiatriche per continuare a tessere trame e intrecciare relazioni e sarebbe uscito tre volte a cena al ristorante con il figlio, altri esponenti politici e dirigenti Anas.
La chiacchierata di ieri tra l’ex delfino di Silvio Berlusconi e il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini (che è anche il compagno di Francesca Verdini, la figlia di Denis), è durata una mezz’ora, senza nessun agente presente nella stanza, ma solo con una sorveglianza a vista. Con loro anche l’avvocato Marco Rocchi.
Prima, però, Salvini è stata accompagnato dalla direttrice Tuoni nelle sezioni più disastrate del carcere. I due hanno passeggiato in corridoi pieni d’acqua e celle che cadono a pezzi per circa un’ora. Un momento, spiegano fonti ben informate, che è servito per far emergere – se ce ne fosse ancora bisogno – tutte le criticità che vivono all’interno del penitenziario. "Che Salvini visiti un carcere è una buona notizia. Che una volta tanto non inneggi al ‘buttare la chiave’, anche", ha commentato il deputato di azione Enrico Costa, sui social. "Che visiti proprio quello di Firenze per incontrare il suocero detenuto è un dettaglio", ha poi aggiunto. Toni diversi invece quelli dei sindacati della polizia penitenziaria: "Abbiamo da sempre considerato positivamente ed incoraggiato le visite di parlamentari nelle carceri - ha sottolineato il segretario generale Aldo Di Giacomo - auspicando che servano sia per verificare le condizioni dei detenuti che quelle di lavoro del personale penitenziario. Ci auguriamo dunque che la visita del ministro Matteo Salvini al padre della sua compagna Denis Verdini abbia avuto questo scopo e non si sia limitata a constatare le condizioni del quasi congiunto".
P.M.