
Verdini, l’ultima chance per uscire: "In carcere è in pericolo di vita"
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Denis Verdini ci riprova ad ottenere la detenzione domiciliare. Oggi, dinanzi al tribunale di sorveglianza, i giudici verificheranno se le condizioni di salute dell’ex senatore di Ala, 72 anni, siano compatibili con il carcere. Anche se, da qualche settimana, proprio per l’aggravarsi di alcune patologie di cui Verdini soffre, non è più recluso a Sollicciano (dove ha ricevuto la visita del ministro Salvini, fidanzato di sua figlia Francesca) bensì nel centro clinico del carcere di Pisa.
Tuttavia, anche la struttura sanitaria ha consegnato alla Sorveglianza una relazione che attesta l’incompatibilità dell’ex braccio destro di Berlusconi pure con il centro clinico. "Qui rischia la vita ogni giorno", è la sintesi del documento su cui l’avvocato di Verdini, Marco Rocchi, punterà molto affinché il suo assistito e amico possa trovare una sistemazione alternativa al carcere.
L’obiettivo è chiaramente il ritorno alla detenzione domiciliare per scontare il cumulo di pene che si esaurirebbe nel gennaio del 2036. Un “benefit“ di cui il commercialista originario di Fivizzano già stava beneficiando da oltre tre anni quando invece, la stessa Sorveglianza di Firenze ha ripristinato il carcere, nonostante le già note problematiche di salute, a causa della "pericolosità sociale" dovuta alle evasioni documentate nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma in cui Verdini si è ritrovato invischiato assieme al figlio Tommaso (che ha chiesto di patteggiare due anni e dieci mesi). Tre le cene al ristorante “Pastation“ in piazza Campo Marzio, dove Verdini avrebbe incontrato persone quando invece avrebbe dovuto essere a casa, dopo l’ok a recarsi a Roma - dove vive il figlio - ma solo per recarsi alla visita con il suo dentista al Senato.
La prima cena ’galeotta’ è del 26 ottobre 2021: Verdini, con il figlio Tommaso, pasteggia con l’ex ad di Anas, Massimo Simonini, l’imprenditore Vito Bonsignore e Fabio Pileri, socio di Verdini junior nella ’Inver’, la società che, secondo l’inchiesta per corruzione che ha portato alla luce le evasioni dell’ex senatore, avrebbe sponsorizzato la propria galassia di imprenditori per ottenere appalti di infrastrutture stradali. Quattro giorni dopo, Verdini è ancora al “Pastation“, ancora con Simonini, Pileri e il figlio, l’imprenditore fiorentino Antonio Veneziano e il sottosegretario al Mef Federico Freni. L’11 gennaio 2022, la guardia di finanza fotografa l’arrivo all’abitazione romana di Tommaso, del padre Denis, del sottosegretario Freni e di Simonini. Durante le “fughe“ romane (una di questa anche in concomitanza della rielezione del presidente Mattarella, gennaio 2022), Verdini ha violato ulteriormente il divieto di comunicare rispondendo a una telefonata di Fedele Confalonieri e poi inviando una e-mail allo stesso Confalonieri e a Marcello Dell’Utri.