Monica Pieraccini
Cronaca

Ex Gkn, l'appello di don Momigli: “Basta contrapposizioni, chi ha la competenza di riunire le parti lo faccia al più presto”

Il direttore dell'Ufficio problemi sociali e lavoro dell'Arcidiocesi di Firenze interviene chiedendo a tutti di “sforzarsi di ricercare insieme una sintesi superiore”

Don Momigli (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Don Momigli (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 9 luglio 2024 – Basta con le contrapposizioni, «è urgente che lavoratori, sindacati, azienda e istituzioni, locali e nazionali, si siedano allo stesso tavolo, con lo spirito di trovare un punto di incontro da cui partire per sbloccare la situazione». L'appello è di Don Giovanni Momigli, direttore dell'Ufficio problemi sociali e lavoro dell'Arcidiocesi di Firenze, che interviene sulla vicenda dell'ex Gkn. «Chi ha la competenza di riunire tutte le parti - scrive - è necessario che lo faccia al più presto». E per dare forza al suo invito, cita papa Francesco: «I conflitti ci portano a camminare nei labirinti e dal labirinto si esce da sopra e non da soli». Dunque, «per non perdere l’orizzonte e individuare un percorso concretamente possibile, è indispensabile - sottolinea il rappresentante dell’Arcidiocesi di Firenze - che le parti non rimangano bloccate nella contrapposizione, ma si sforzino di ricercare insieme una sintesi superiore».

Secondo Don Momigli, nei tre anni trascorsi dal licenziamento dei dipendenti dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio, nei quali la diocesi ha seguito con attenzione la vicenda, ascoltando lavoratori e Rsu, come ha fatto nei giorni scorsi anche l'arcivescovo Monsignor Gherardo Gambelli, molte cose sono cambiate, compresa la titolarità della fabbrica, che da dicembre 2021 è Qf spa, «ma ad oggi – sottolinea - non c’è nessun cambiamento in merito alla possibilità concreta di una prospettiva di ripresa in tempi rapidi».

«La Chiesa, che non ha competenza per valutare proposte e offrire soluzioni tecniche alle diverse questioni, ritiene suo dovere - prosegue il direttore - farsi voce delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono il dramma di questa situazione: da tempo non ricevono il loro stipendio e guardano con preoccupazione al proprio futuro». Le relazioni industriali, nel frattempo, si sono gravemente compromesse. Di qui la necessità di «un doveroso supplemento di responsabilità di tutte le parti in causa».