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Cronaca

Vertenza Prosperius, situazione ancora in stallo. Cgil: “Le risposte da parte dell’azienda ancora non arrivano. E la situazione dei lavoratori resta intollerabile”

C’è anche chi ha dovuto lavorare 17 ore di fila, dalle 14 alle 7 del mattino dopo, per coprire un turno rimasto scoperto. L’azienda: “Il piano di riorganizzazione è la miglior opportunità per proseguire senza interruzioni la nostra esperienza sanitaria di eccellenza”

PRESIDIO PROSPERIUS

PRESIDIO PROSPERIUS

Firenze, 30 gennaio 2023 - Resta in stallo la vertenza legata alla crisi dell’istituto di analisi Prosperius e casa di cura Villa Cherubini. Stamani si è tenuto un incontro tra il sindacato Cgil, l’azienda e la Regione Toscana, rappresentata dal consigliere al lavoro e alle crisi aziendali Valerio Fabiani. “Speravamo in qualcosa di più - sospira Alessia Bandinelli della Funzione pubblica Cgil -. Ancora una volta l’azienda prende tempo. È dal 21 novembre che il tavolo viene rimandato. Mancano ancora quei dati fondamentali per valutare lo situazione in modo oggettivo”.

In concomitanza, in piazza Duomo si è svolto un presidio, promosso da Cgil, Filcams, Fp, Nidil Firenze.

Durante il confronto, come fanno sapere dalla Cgil, la proprietà ha illustrato un piano industriale, senza però definirne i contenuti precisi in merito alla oggettiva difficoltà in cui versa l’azienda. Da parte sua, il sindacato ha ribadito le sue richieste sui “motivi che hanno portato a questa situazione e su come si intenda, in concreto, agire per rispondere alle richieste dei lavoratori e garantire un efficiente servizio ai pazienti”. Ebbene, le risposte agli interrogativi dovrebbero arrivare presto, durante un summit fissato tra azienda e sindacato la mattina del primo febbraio a Confindustria. A seguire, pochi giorni dopo, dovrebbe esserci un altro incontro. L’obiettivo, fa sapere sempre il sindacato, è quello di “dare una prima risposta d’urgenza per quanto riguarda gli organici e l’organizzazione del lavoro che, per quanto ci riguarda, non può che essere adeguata alle esigenze degli utenti e dei lavoratori”.

Le condizioni dei dipendenti sono infatti sempre più complicate. C’è anche chi ha dovuto lavorare 17 ore di fila, dalle 14 alle 7 del mattino dopo, per coprire anche il turno di un collega “ammalatosi all’improvviso”.

“Il problema è che il personale è stato tagliato di almeno trenta lavoratori. Per questo il servizio ai cittadini è diventato poco dignitoso”, accusa Alessia Bandinelli. E Giulia Tagliaferri, Nidil-Cgil: “Ci sono anche dei lavoratori a partita iva. Tra questi, sei sono stati mandati a casa a dicembre. E pare che altri due fisioterapisti non verranno confermati. Eppure si tratta di personale tutto ricompreso nei turni per garantire i servizi minimi”.

“E’ da novembre che viviamo sulla nostra pelle questa situazione di difficoltà - accusa Leonardo Frezza, infermiere -. Gennaio è stato il mese più complesso. Non nego che ci siamo ritrovati a lavorare in condizioni assurde. Personalmente ho dovuto coprire due turni, a causa dell’improvvisa malattia di un collega”. I lavoratori parlano di “rischi per la salute dei pazienti e di rischio infortuni per il personale”. Un esempio? “Gli operatori socio-sanitari, anche loro ridotti all’osso, si ritrovano, durante il turno della mattina, sempre in due a gestire una quarantina di pazienti, molti dei quali non collaboranti. Per effettuare una serie di mansioni socio-sanitarie, in primis legate all’igiene dei pazienti, spesso dobbiamo essere in due per una sola persona. Per via della carenza di personale succede purtroppo che dei pazienti non riescano ad esser lavati come sarebbe necessario, con tutto il rischio infezioni che ne consegue”.

Da parte sua, la direttrice generale di Prosperius-Villa Cherubini, Benedetta Bigazzi, parla di un “confronto franco e aperto con le sigle sindacali e le istituzioni”. “L’obiettivo, da parte di tutti, è quello di un dialogo costante e costruttivo, che prosegue già questa settimana con un primo incontro”, prosegue Bigazzi, che ha presentato le linee guida del piano di riorganizzazione che, in dieci anni, dovrebbe permettere all’azienda di risanarsi. “Il piano di riorganizzazione della struttura, che stiamo attuando con l’aiuto di qualificati consulenti esterni, è la miglior opportunità per proseguire senza interruzioni l’esperienza sanitaria di eccellenza che garantiamo al nostro territorio, ormai da decenni”, conclude Bigazzi.