Duccio Moschella
Cronaca

Badia a Passignano fa festa con i suoi monaci

Ultimo atto dell’anno giubilare dei Vallombrosani dedicato a San Giovanni Gualberto. Messa solenne con i vescovi toscani. Il sindaco di Barberino Tavarnelle, David Baroncelli: “La memoria storica si fonde con la natura e il territorio”

La cerimonia conclusiva dell'anno giubilare ieri pomeriggio nella Badia a Passignano

Barberino Valdelsa (Firenze), 10 ottobre 2024 –  A San Giovanni Gualberto, nato, come attestano alcuni testimoni dell’epoca, nella zona di Romita, sepolto a Badia dal 1073, l’abbazia di Passignano deve essere apparsa come un luogo silenzioso e nascosto, per questo forse particolarmente adatto ad essere vissuto secondo la regola benedettina che invoca l’espressione ora et labora, alla base della vita monastica dell’ordine vallombrosano. Si conclude l'anno del Giubileo per i monaci vallombrosani di Badia a Passignano, splendido complesso fortificato nelle campagne fra Sambuca e i crinali che portano a Panzano, Montefioralle, Testalepre, che in occasione del 950° anniversario della morte di San Giovanni Gualberto, il fondatore dell'ordine vallombrosano e di Badia a Passignano, hanno organizzato un'importante occasione liturgica dedicata al santo il cui nome si lega indissolubilmente all'abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano, dove morì il 12 luglio 1073. Nell'abbazia che aveva accettato la regola del santo, dichiarato nel 1951 Patrono del Corpo forestale italiano da Papa Pio XII, si è tenuta la celebrazione di chiusura dell'anno giubilare.

Il momento solenne è stato affidato alla celebrazione della Messa nella chiesa di San Michele concelebrata dai vescovi della Toscana, con in testa il cardinale, arcivescovo di Siena, Augusto Paolo Lojudice, monsignor Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, e monsignor Stefano Manetti, titolare di Fiesole, dai monaci con l’abate generale Giuseppe Casetta, sceso da Vallombrosa, e dai sacerdoti amici.

Badia a Passignano ancora una volta è stata in festa per il suo San Giovanni Gualberto. La comunità di Barberino Tavarnelle si è ritrovata nell’abbazia millenaria per celebrare la storia, il percorso religioso e il segno di rinnovamento impresso nel sistema ecclesiastico nell’anno Mille. Il nome di San Giovanni Gualberto è passato alla storia come fondatore della Congregazione vallombrosana, derivata dall'ordine benedettino. E’ a San Giovanni Gualberto che nell’undicesimo secolo si deve la costruzione dell’abbazia di Badia a Passignano, uno dei monasteri spiritualmente e culturalmente più vivi d’Italia, abitati da un gruppo di monaci testimoni della storia e della dimensione religiosa ereditata dal fondatore.

All'iniziativa ha preso parte il sindaco del comune di Barberino Tavarnelle David Baroncelli. “Posso solo immaginare – dichiara il sindaco David Baroncelli - il rispetto profondo che una delle figure di maggior spicco della storia dell’alto Medioevo, come l’insigne monaco, fondatore dell’ordine vallombrosano, promotore di riforme monastiche, opere di rinnovamento ecclesiale, abbia nutrito per il territorio di Badia. Rispetto e concretezza hanno ispirato l’impegno del santo, intento non solo a contemplare la magnificenza della natura ma a coltivare la terra, a renderla produttiva, a guidarne l’aspetto e le funzioni, a manutenerla attraverso il lavoro e la sapienza propri del mondo agroforestale. La memoria storica si fonde e si intreccia con la natura e il territorio. Il segno lasciato dalla mano del primo forestale d’Italia è dentro ad ogni forma di vita che oggi abita l’area, ricca e di particolare interesse naturalistico anche sotto il profilo della biodiversità”.

Al santo che si distinse per la cura dei boschi e la tutela ambientale l’amministrazione comunale ha dedicato anche uno dei nuovi percorsi della rete sentieristica realizzata in collaborazione con il Cai sezione Firenze che raccontano la storia del santo, tra miti e leggende, lungo il percorso ad anello che collega Sambuca a Badia a Passignano. Lungo la strada sono presenti tracce e testimonianze che rievocano la storia del santo. Il percorso prevede una tappa alla cappella nei pressi della località Mulino dell'Abate. Secondo la tradizione, quello della Cappella è il luogo che ospita il masso miracoloso che curava Giovanni Gualberto da penosa ischiade, come rivela la lapide collocata nell'atrio. “Il santo, in preghiera, - dichiara il sindaco David Baroncelli - vi si sdraiava, sofferente lasciando impressa la forma del proprio corpo”. “Altri elementi – continua - legati al percorso del santo sono il Mulino dell'Abate, dove il santo portava a macinare il proprio frumento, e la presenza dei massi lungo la Pesa che, secondo la leggenda, il diavolo avrebbe scagliato contro il santo in preghiera”.