Vescovo Giovannetti, l’ultimo saluto: "Era un vero artigiano della carità"

Chiesa gremita per i funerali del monsignore, morto lo scorso sabato all’età di 89 anni . Il ricordo commosso di Stefano Manetti e il cordoglio delle autorità politiche e religiose . .

Vescovo Giovannetti, l’ultimo saluto: "Era un vero artigiano della carità"

Vescovo Giovannetti, l’ultimo saluto: "Era un vero artigiano della carità"

Ieri pomeriggio nella cattedrale di San Romolo si sono celebrati i funerali del vescovo emerito di Fiesole Luciano Giovannetti, morto sabato, a meno di un mese dal compimento di 90 anni. Tantissimi i fedeli presenti in chiesa, a testimonianza di quanto fosse amato colui che è stato pastore della diocesi dal 1981 al 2010.

Numerose le associazioni come le Misericordie, i gruppi Fratres, la Compagnia del Mensola, l’Unitalsi. E poi le dame e cavalieri del Santo sepolcro di Gerusalemme, l’ordine per il quale Giovannetti era stato gran priore, tutte rappresentate da labari e stendardi. Presenti nelle prime file le autorità cittadine, con il sindaco di Fiesole Cristina Scaletti, assessori e consiglieri in rappresentanza della Regione, della città metropolitana e dei Comuni di Firenze, Pontassieve e del Casentino. Le esequie sono state presiedute dal vescovo di Fiesole Stefano Manetti alla presenza del cardinale Ernest Simoni e una ventina di vescovi toscani, fra cui gli arcivescovi di Firenze e Pisa Gherardo Gambelli e Giovanni Paolo Benotto con i quali è stata concelebrato l’Eucarestia.

"L’immagine che bene lo definisce è quella di artigiano della carità, dove artigiano, come da vocabolario, è colui che esercita attività per la riparazione di un bene – ha detto nell’omelia monsignor Stefano Manetti, ricordando la figura di Giovannetti – La sua era una carità concreta; si è preso cura della sua chiesa senza risparmiarsi".

Manetti ha quindi ricordato alcuni passaggi del suo episcopato, come la vicinanza alle persone, specie dei più fragili, l’impegno nella formazione dei laici e dei sacerdoti. Fra le iniziative, il restauro del seminario e della cattedrale; l’impegno per la pace e per la Terra santa con la costituzione della fondazione Giovanni Paolo II; gli anni come segretario della Cei.

"Il suo ministero lo considerava come una scuola d’amore e lui era il primo discepolo, specie per la carità", ha proseguito Manetti prima di concludere con un ricordo personale di quando, allora seminarista ventituenne, in veste di l’autista accompagno il Cardinal Benelli a Fiesole nel giorno dell’ingresso di Giovannetti. "Eravamo in ritardo, giusto però per vedere l’accoglienza che la piazza riservò al nuovo vescovo. Sono testimone del momento in cui è nato l’amore fra te e il popolo di Fiesole. Questo affetto- chiude Manetti- lo ritengo una eredità per me. Ciao vescovo Luciano". Monsignor Giovannetti riposerà nella cripta della Cattedrale, insieme ai vescovi Bagnoli e De Giorgis.

Daniela Giovannetti