Firenze, 7 novembre 2024 – È stato in occasione del suo viaggio in Italia per i lavori del Sinodo sulla sinodalità in Vaticano, che è stata organizzata dall’associazione Grazie a piene mani onlus la visita di monsignor Pierre-Célestin Tshitoko Mamba, vescovo della diocesi congolese di Luebo, a Firenze.
Ad attrarlo nel capoluogo toscano la giovane Venerabile Maria Cristina Ogier, sepolta nella basilica di San Miniato al Monte, alla quale è stato intitolato il Centre de santé, un piccolo ospedale sorto nella sua diocesi. Ad accoglierlo la presidente dell’associazione Grazie a piene mani onlus, Daniela Mariotti con alcuni volontari, i rappresentanti dell’Istituto Maria Cistina Ogier, con il presidente Enzo Benucci, e l’abate della basilica padre Bernardo Gianni.
La Venerabile Maria Cristina Ogier è stata ricordata come “esempio di cristiana, capace di dare la sua vita a Dio e alla Chiesa per essere a servizio del mondo – ha affermato monsignor Tshitoko –. Ci aiuta anche ad essere sinodali. Siamo in cammino insieme come sacerdoti, laici e vescovi: la vita di Maria Cristina ci insegna a saper collaborare”.
Era lei infatti che, spinta dalle necessità del prossimo, instaurava ponti di dialogo tra sacerdoti, religiosi, laici, giornalisti e quanti potevano contribuire ad impegnarsi davanti alle difficoltà. La sua fede e la sua spinta missionaria, come si legge nel suo diario, la apriva a voler “amare l’uomo di qualsiasi Paese, Nazione lontana e vicina”, tanto da spendersi per la creazione di un battello attrezzato ad ambulatorio da inviare nelle missioni francescane in Amazzonia per l’assistenza delle partorienti.
Il progetto per la costruzione del Centre de santé in Repubblica Democratica del Congo a lei intitolato è stato portato avanti dall’associazione Grazie a piene mani onlus grazie al sostegno dell’Istituto Maria Cristina Ogier, della Fondazione CR Firenze, della Fondazione Meyer, della Fondazione Il Cuore si Scioglie e di tanti privati. Nel 2021 è stato inaugurato il primo padiglione di medicina neonatale a Nkongolo Monjii, luogo strategico dal quale era necessaria una giornata di cammino per raggiungere il primo ospedale; per questo le donne che aspettavano un bambino erano costrette a partorire nelle capanne, sulla terra battuta, con gravi rischi per la salute di mamme e bambini. Da quando il centro è operativo i nuovi nati sono una trentina e alla prima bambina, in segno di gratitudine, è stato messo il nome di Maria Cristina. Nello scorso agosto è stato inaugurato il nuovo padiglione di medicina generale, che ora completa il centro. “Le malattie più frequenti sono le infezioni e la malaria – ha spiegato Daniela Mariotti, presidente di Grazie a piene mani –. Con la costruzione dell’ospedale, adesso, il villaggio ha a disposizione anche un pozzo, che permette di avere acqua potabile senza dover coprire gradi distanze. In più, adesso è in costruzione una strada che faciliterà la comunicazione con la grande città di Kananga”.
“Quando ci chiesero di finanziare quest’opera, immediatamente pensai che Maria Cristina era innamorata della vita. A lei infatti è intitolato il Centro alla Vita di Firenze, per l’incoraggiamento che diede a suo padre, primario di ostetricia e ginecologia all’ospedale di Careggi, ad aiutare le donne in difficoltà”: ha sottolineato Enzo Benucci, presidente dell’Istituto Maria Cristina Ogier.
“La vita di Maria Cristina Ogier porta con sé l'effetto dell'amore trinitario, sempre sorgente di una missione che investe tutta la Chiesa e fa del luogo della sepoltura della Venerabile uno spazio in cui questa energia missionaria si riverbera e ci ispira”: ha concluso l’abate Bernardo Gianni.