Sono partite dal complesso monumentale di Santa Croce pochi giorni fa, in blindate casse per il trasporto delle opere d’arte. Sono arrivate all’aeroporto di Fiumicino ma anche se il loro viaggio è finito al Terminal 1, la loro esposizione è già al centro delle polemiche, anche se l’Opera di Santa Croce non ha voluto per ora commentare.
Le preziose quanto rare vetrate trecentesche in mostra al "Leonardo da Vinci" per i 50 anni dell’aeroporto, hanno la paternità niente meno che di Giotto. Fu Miklos Boskovits, uno dei più eminenti studiosi dell’arte medievale, a riconoscere nei tre frammenti della vetrata conservati nel Museo dell’Opera di Santa Croce, la mano del maestro di Vicchio. Giotto non avrebbe solo disegnato ma anche dipinto il personaggio dell’Antico Testamento e i due santi diaconi rappresentati sul vetro.
Motivo in più, pare, per esporre l’opera in un luogo dove transitano, anche se più o meno distrattamente, milioni di visitatori tutti gli anni. "E’ un motivo d’onore vedere associato l’evento dei 50 anni di Aeroporti di Roma alle opere del fondo edifici di culto sotto la cura del ministero dell’ Interno", il commento del ministro, Matteo Piantedosi che ha aggiunto "l’aeroporto di Fiumicino è una delle principali porte d’ ingresso nel Paese e nell’Europa, un punto di eccellenza e il fondo edifici di culto raccoglie un patrimonio immenso di opere artistiche, architettoniche e monumentali". Il Fondo è presieduto da Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e oggi a Capodimonte di Napoli.
Ma contro il trasferimento, "umiliazione del nostro patrimonio culturale" sono insorti i giovani studiosi dell’associazione "Mi Riconosci", presenti in tutta Italia e anche in Toscana. Gli stessi che hanno gridato alla scandalo per ll’allestimento della mostra su Artemisia Gentileschi a Genova, per l’eccessiva spettacolarizzazione dell’episodio dello stupro di cui Artemisia fu vittima. Critiche che hanno colto nel segno, visto che a Genova hanno dovuto chiudere la sala contestata. "Dopo l’esposizione a Fiumicino del Salvator Mundi attribuito a Gian Lorenzo Bernini, un altro gigante della storia dell’arte cade vittima della mercificazione e della volontà di promuovere le glorie italiche a tutti i costi, senza progetti scientifici e culturali – dichiara Alice Chiostrini, storica dell’arte e attivista dell’associazione –. Non solo si decide di umiliare Giotto esponendolo in aeroporto, ma lo si fa scegliendo opere fragilissime e rare, come le vetrate di Santa Croce, che richiedono oltretutto particolari condizioni espositive, essendo concepite per filtrare la luce, condizioni non presenti nel terminal".
Gli attivisti contestano la convinzione che mostrare un’opera d’arte sia di per sé sufficiente: "Non c’è niente di più falso - prosegue Chiostrini –. È un’operazione dannosa che non educa e non promuove il patrimonio, anzi lo umilia, riducendolo una storia su Instagram". Da qui l’appello al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e alla premier Giorgia Meloni affinchè intervengano.