STEFANO BROGIONI
Cronaca

Via agli interrogatori. Il direttore si difende: "Chiariti i miei compiti"

L’ingegner Marco Passaleva ha risposto al giudice per più di tre ore: "Ha spiegato i limiti della sua responsabilità", dichiara il suo avvocato.

I vigili del fuoco nel punto del crollo della trave

I vigili del fuoco nel punto del crollo della trave

di Stefano BrogioniFIRENZEDue interminabili interrogatori, e il terzo rinviato. Servirà ancora del tempo prima che il giudice Antonella Zatini possa prendere una decisione sulle richieste di misure cautelari presentate dalla procura nei confronti dei tre indagati per il crollo della trave nel cantiere di via Mariti avvenuto il 16 febbraio dell’anno scorso e costato la vita di cinque operai: Luigi Coclite, autotrasportatore 60enne arrivato al cantiere con un camion betoniera, residente a Collesalvetti, e gli operai Taoufik Haidar, 43 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, e Bouzekri Rahimi, 56 anni, tutti marocchini e Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino, residenti in provincia di Brescia e di Bergamo.

Il giro di interrogatori previsto dalla legge e programmato ieri, infatti, non si è ancora concluso: Alfonso D’Eugenio, assistito dall’avvocato Sigfrido Fenyes, è slittato al 20 marzo. Quindi difficilmente, prima di quella data, il giudice mediterà sul da farsi.

Lunghi, lunghissimi, intanto, gli altri due interrogatori, convocati nelle aule al nono piano del palazzo di giustizia con accesso interdetto ai cronisti. Marco Passaleva, direttore dei lavori strutturali (nei cui confronti è stata chiesta l’interdizione per sei mesi) per conto de La Villata, immobiliare proprietaria dell’area dell’ex panificio militare, ha parlato per oltre tre ore. "L’ingegnere ha risposto alle domande e fatto ben comprendere la sua posizione, i compiti a lui affidati e i limiti della sua responsabilità", dichiara l’avvocato Pier Matteo Lucibello, che assieme al collega Matteo Santoni ha concluso per il rigetto della richiesta della procura. Non meno articolata l’audizione di Carlo Melchiorre, l’ingegnere addetto all’ufficio calcolo della Rdb Ita spa, l’impresa che ha progettato e realizzato il corpo trave che cedendo innescò la catena di crolli. Su di lui, come su D’Eugenio, pende una richiesta di domiciliari. Si è confrontato con il giudice per quasi due ore. Al termine, il suo avvocato, Eriberto Rosso, non ha rilasciato dichiarazioni. Alla vigilia degli interrogatori, i pm Alessandra Falcone e Francesco Sottosanti hanno depositato ulteriori carte, riguardanti in particolare l’attività d’indagine compiuta dal giorno del sequestro della Rdb Ita (e della “sorella“ Italprefabbricati) scattato lo scorso 5 febbraio. Condizione che ha suggerito alla difesa di D’Eugenio di prendersi tempo per studiare queste nuove carte.

Mercoledì prossimo, il gip ha convocato proprio queste due società, oggi in mano a un amministrazione giudiziario (il commercialista Gennaro Scalamandrè) nonostante le dimissioni del ’patron’ indagato e a rischio arresto.

Gli indagati hanno anche presentato un’istanza al Riesame per mettere in discussione perquisizioni e sequestri svolti finora, ma al momento la data di questa udienza non è stata ancora fissata.

Insomma, l’indagine sul crollo della trave nel cantiere dove si stava costruendo un centro commerciale Esselunga, è in un momento nevralgico, dove accusa e difesa si stanno muovendo come in una partita di scacchi, studiando ogni mossa.

Tenendo conto anche dei riverberi occupazionali che l’inchiesta sta comportando: tra gli stabilimenti di Casoli, in provincia di Teramo, Caserta e Piacenza, Rdb Ita e Italprefabbricati dà lavoro a circa trecento persone.