REDAZIONE FIRENZE

Via Bardelli, l’occupazione è finita. Scatta lo sgombero dopo 13 anni

La palazzina nel quartiere del Poggetto era occupata da tre famiglie prese in carico dal Comune. Coltellate, droga, espisodi allarmanti: i residenti hanno richiesto a lungo l’intervento per tornare a vivere.

Via Bardelli, l’occupazione è finita. Scatta lo sgombero dopo 13 anni

La palazzina nel quartiere del Poggetto era occupata da tre famiglie prese in carico dal Comune. Coltellate, droga, espisodi allarmanti: i residenti hanno richiesto a lungo l’intervento per tornare a vivere.

di Pietro Mecarozzi

Dopo circa tredici anni, si è conclusa ieri l’occupazione di via Bardelli 20, nel quartiere del Poggetto. Lo sfratto dell’ufficiale giudiziario è avvenuto la mattina, e si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine perché durante il primo accesso gli occupanti si erano opposti alla misura. Misura che, in particolare tra i residenti, era colma da tempo: a lasciare lo stabile, di proprietà privata, sono state 17 persone, per lo più di origini straniere, in condizioni di fragilità. Si tratta di tre nuclei familiari con figli minori, una donna anziana invalida, un uomo anziano e un adulto già in carico ai servizi di salute mentale.

A queste persone è stata proposta una "soluzione alloggiativa temporanea per il superamento dell’emergenza e già nei prossimi giorni i servizi sociali procederanno con colloqui di approfondimento delle specifiche situazioni di bisogno, per garantire con le competenze specifiche, le soluzioni più adeguate, in base alle varie situazioni personali", fa sapere Palazzo Vecchio. Sul posto, presente, oltre ai servizi sociali, anche la cooperativa che ha supportato le operazioni di accoglienza.

L’operazione arriva a distanza di più di un anno dalla sentenza del Tribunale di Firenze, dell’aprile 2023, che aveva condannato gli occupanti al rilascio immediato dello stabile. Nel mezzo, fiumi e fiumi di richieste e proteste dei residenti, ‘condite’ da situazioni allarmanti, come accoltellamenti o episodi di degrado, come l’ultima avvenuta pochi giorni fa dove un uomo nudo in preda probabilmente a sostanze stupefacenti ha svegliato il quartiere.

I residenti, talmente al limite della sopportazione, hanno dato vita a luglio anche a una petizione online – con discreto successo – per chiedere un incontro alla sindaca Sara Funaro e lo sgombero urgente, per l’appunto, del palazzo che si trova in via Bardelli 20, nel cuore del Poggetto, zona storicamente abitata dalla ’Firenze bene’.

"Ringrazio la direzione servizi sociali del Comune, tutti gli assistenti sociali – ha detto l’assessore al Welfare Nicola Paulesu presente sul posto – e la cooperativa sociale, che sono intervenuti trattando in modo mirato le situazioni di fragilità emerse per offrire quindi un’accoglienza temporanea e successivamente approfondire i singoli casi, le forze dell’ordine e la polizia municipale per il lavoro svolto con grande professionalità, rispondendo ad una richiesta di ripristino della legalità, di sicurezza e di tutela sociale per tutti i cittadini". Le operazioni "si sono svolte all’insegna della collaborazione istituzionale, tenendo assieme quindi legalità e accoglienza delle persone vulnerabili e in difficoltà", ha aggiunto.

Accoglienza positiva anche da parte del’opposizione. "Finalmente, dopo anni di richieste, segnalazioni, atti consiliari, a cui si sono aggiunte le recenti istanze che abbiamo rivolto alla sindaca e alle autorità di pubblica sicurezza, si è dato seguito ad un impegno da troppo tempo necessario", dicono i consiglieri di Fratelli d’Italia Matteo Chelli e Angela Sirello.

Dello stesso avviso Forza Italia, con il capogruppo Alberto Locchi: "Auspico che si prosegua celermente con altri sgomberi come l’immobile di via Toselli e la falegnameria del Sodo. Non è tollerabile che personaggi di vario genere si approprino e dettino legge fra mura non loro".

A gioire per l’intervento anche il presidente del Quartiere 5 Filippo Ferraro: "Come Quartiere 5 – conclude – abbiamo preso in carico la questione fin dal primo momento rappresentando la problematica all’assessore alla sicurezza ed alla sindaca che, a loro volta, hanno portato la questione al Cosp".