
Via Bardelli, petizione dei residenti: "Conviviamo con violenza e paura. Da anni aspettiamo lo sgombero"
di Rossella Conte
FIRENZE
Nessuno vuole essere ripreso e in pochi vogliono parlare. Per la paura.
La situazione del Poggetto, dove alcune settimane fa si è verificato il secondo accoltellamento dopo quello di settembre 2023, sta diventando incandescente.
Solo tre giorni or sono, un uomo è stato gettato in strada dagli stessi occupanti del palazzo in preda molto probabilmente a una overdose.
Così denunciano gli abitanti che hanno lanciato una raccolta firme per cercare di cambiare le sorti della loro zona. Una petizione online che ha già raccolto più di 200 firme in meno di 48 ore e cartacea nelle attività del quartiere per chiedere un incontro al sindaco Sara Funaro e lo sgombero urgente del palazzo che si trova in via Bardelli al civico numero 20, nel cuore del Poggetto, zona storicamente abitata dalla "Firenze bene". Un’occupazione che parte da lontano.
Era il 2011 quando le prime persone si impossessarono senza nessun titolo, a poco a poco, degli immobili dell’edificio di due piani.
Oggi all’interno ci sono circa una ventina di persone, alcune famiglie con bambini e un gruppo di cittadini nord africani nonostante il Tribunale di Firenze con sentenza di aprile 2023 ha condannato gli occupanti al rilascio immediato dello stabile. "Nel palazzo occupato ci sono diverse persone tra cui spacciatori in diretto contatto con chi bivacca nell’area dell’ex Prestige (il cosiddetto "Ecomostro") di via Burci – si legge nel testo della petizione -. Nonostante i nostri esposti alla Procura della Repubblica e le nostre mail a tutte le istituzioni, niente è cambiato in più di 10 anni e nessuno ci ha mai aggiornato sull’avanzamento dei provvedimenti che dovrebbero portare allo sgombero".
Uno dei portavoce del Gruppo Residenti Poggetto si rivolge direttamente alla sindaca Funaro per chiedere una sistemazione diversa agli inquilini di via Bardelli 20 e di attivarsi affinché "sia messa in sicurezza tutta la zona".
Il palazzo infatti è fatiscente, sia il tetto che le finestre sono in stato di abbandono "e rischiano di venire giù in strada con la prima ondata di maltempo", racconta il portavoce.
"Ci chiediamo – aggiunge - come possa avere l’agibilità essendo pericoloso sia per le persone che lo occupano e sia per i passanti". Proprio davanti l’ingresso campeggia un divano rosso mentre sul retro ci sono alcune carcasse di motorini. Un gruppo di stranieri bivacca nella piccola corte, a terra cocci di bottiglie. "Gli occupanti abbandonano di tutto nelle aree adiacenti, a volte troviamo lavatrici, altre pezzi di auto. Per non parlare delle risse in piena notte e del giro di spaccio a tutte le ore. Ci siamo abituati a convivere con il rumore delle sirene", si sfoga Riccardo. Marzia Mecocci, leader del Movimento Lotta per la Casa, è chiara: "Bisognerebbe inserire queste famiglie nelle graduatorie delle case popolari o comunque aiutarle a trovare una sistemazione degna". Dall’altro lato, Alessandro Draghi e Matteo Chelli, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, che seguono la questione da anni: "E’ opportuno che il Comune si esprima con chiarezza e chieda a gran voce un’accelerazione delle procedure di sgombero".