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Via Canova, allarme sicurezza. Tra furti, spaccio e aggressioni: "Impossibile lavorare così"

Dopo l’ennesimo caso di violenza nell’area del supermercato Esselunga, la categoria insorge. Caparrini della Cgil: "I clienti ci accusano di essere indifferenti: non è indifferenza, è paura".

Non una scena occasionale quella di mercoledì all’Esselunga di via Canova, ma l’ennesimo episodio di una situazione fuori controllo. Risse, furti, spaccio e aggressioni sono all’ordine del giorno. Protagonista la scorsa settimana l’ex calciante Rolando Scarpellini, ricoverato in ospedale dopo uno scontro a mani nude con il vigilantes (anche lui trasportato al pronto soccorso). Il tutto era partito da un tentato furto.

Detto ciò, a farne le spese, oltre ai clienti, spesso e volentieri è anche il personale, che si trova a convivere con ladri e soggetti alterati. Guendalina Caparrini, delegata sindascale Filcams Cgil, spiega cosa si prova a lavorare in un contesto simile.

"È sotto gli occhi di tutti: degrado sociale e microcriminalità, a qualsiasi ora del giorno, come testimonia l’episodio di mercoledì – racconta –. Poi furti quotidiani: col calare della sera diventa ancora più difficile. Spesso gli autori sono i soliti soggetti noti che si sono stanziati qui intorno. Entrano ed escono, non pagano. I cassieri hanno subito molte aggressioni verbali, gli addetti alla vigilanza anche fisica".

Cosa può fare il cassiere quando vede un ladro? "Non dire nulla e vivere in pace, o chiamare l’addetto alla vigilanza e succede quello che è successo mercoledì - continua –. Non è che noi lavoratori siamo contenti di veder passare borsate di spesa senza pagare, ma non sappiamo cosa è meglio fare, se farli passare o rischiare di finire in ospedale".

I clienti a volte "ci accusano di essere indifferenti: vorremo spiegare che non è indifferenza, è paura, viviamo con la paura, la sera vogliamo tornare dalle nostre famiglie".

Un rischio ancora più concreto per il personale femminile. "Arriviamo e chiudiamo di buio e il 50% dei lavoratori sono donne, cerchiamo di parcheggiare tutte nel solito punto e di uscire in gruppo, oppure ci facciamo accompagnare all’auto dalla guardia o dai colleghi maschi", dice Caparrini. La ’crisi’ dell’area ha anche una data di inizio (ma purtroppo non quella di fine). "Circa due anni, e lo abbiamo più volte detto, abbiamo fatto uno sciopero, tanto che esiste già un tavolo aperto con la prefettura e l’azienda – aggiunge –. Giovedì abbiamo chiesto un nuovo incontro urgente: dopo il primo abbiamo visto un miglioramento ma è durato poco".

Le richieste sono poche e ormai note: "In parte sono state accolte; ma manca l’altra parte. Serve più contrasto al furto facile, soprattutto perché dai furti al riempirsi di persone poco raccomandabili è stato un attimo; da parte delle forze dell’ordine, vorremo più sorveglianza". Dopo l’aggressione alla guardia è cambiato qualcosa? "C’è personale delle forze dell’ordine in giro per il centro commerciale. Speriamo che non si limiti a pochi giorni".

Carlo Casini