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Via dal fondo dopo 80 anni. Casa della Stilografica cambia sede. Al suo posto un nuovo albergo da vip

La proprietà di Palazzo Morrocchi, in via Cavour, non rinnova il contratto di locazione alla storica attività "Questo edificio era animatissimo: c’erano studi medici e uffici. Abbiamo provato a rinegoziare ma nulla da fare".

di Antonio Passanese

Era il 1945, la guerra era finita da poco e Firenze si avviava ad una lenta rinascita. Nella centralissima via Cavour, ex via Larga, Antonio Sacchetti, funzionario di banca, decise di rinunciare al posto fisso per aprire la sua prima bottega, la Casa della Stilografica, destinata a divenire negli anni il punto di riferimento degli amanti della bella scrittura. Allora, a metà degli anni ‘40, già si pregustavano i primi segni del ritrovato benessere. Per alcuni l’auto, per altri la moto e per molti la bicicletta. Anche la penna stilografica inizò ad acquisire un suo ruolo: per tanti è il ricordo della prima comunione, della promozione a scuola, per altri, l’oggetto che li ha accompagnati durante il conflitto bellico, lungo le strade del mondo per raccontare vicende tristi o liete.

Per 80 anni lo storico negozio è sempre stato lì, al 43 rosso, e i titolari speravano di arrivare al secolo di attività. Ma da una settimana in quel fondo non c’è più nulla. Perché Palazzo Morrocchi, al cui piano terrà c’era la Casa della Stilografica, verrà trasformato nell’ennesimo albergo del centro, lo Stanley Hotel. Il contratto di affitto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato e a nulla sono valsi i tentativi dei titolari per far sì che quell’esercizio non fosse costretto a chiudere e a traslocare altrove. "Amarezza, in questo momento è l’unico sentimento che proviamo - dice Marco Moricci, il titolare - Penso a mio nonno Antonio e a mia madre che ha accusato più di tutti l’addio a quel fondo. Ringrazio coloro che in queste ore ci stanno facendo sentire la loro vicinanza".

E così, anche quella che, come riporta una targa sulla facciata, fu la sede, dal 1855 al 1875, del Caffè Michelangiolo "geniale ritrovo d’un gruppo di liberi artisti che l’arguzia fiorentina soprannominò Macchiaioli", verrà destinato al turismo in un’area che invece avrebbe bisogno di residenti. Palazzo Morrocchi, che all’interno conserva preziosissimi affreschi di Ademollo, Dinnini, Fattori, Lanfredini, Ussi, Rapisardi e iscrizioni di Soffici, è stato acquistato da un magnate russo che lo ha poi affidato ad una società milanese che si sta occupando dei lavori di restauro per trasformarlo in una struttura ricettiva di lusso. Insomma, sembra che la svendita di alcuni gioielli della città prosegua inarrestabile. E a scapito delle botteghe che hanno reso famosa Firenze in tutto il mondo.

Prima della Casa della Stilografica - che fortunatamente riaprirà sempre in via Cavour, a un centinaio di metri di distanza - stessa sorte era toccata al museo di Leonardo, costretto ad andare via nel 2020, alla Trattoria Cavour (nei cui locali nascerà una pasticceria), al bar e Sandwich Cafè ITIT (che diventerà un ristorante), il B&B Florence Dome e gli hotel Colomba e Macchiaioli costretti a chiudere da tempo. "Prima degli sfratti e dei non rinnovi dei contratti di locazione questo edificio era animatissimo: c’erano anche studi medici e uffici. Insomma, non mancava nulla. Abbiamo provato a rinegoziare ma ai proprietari non interessa affittare nè tantomeno vendere. Qui ci vogliono un albergo di lusso".