FRANCO
Cronaca

Via de’ Macci porti per sempre il suo nome

Franco

Cardini

Illustrissimo signor Sindaco, caro Dario. Conoscevo bene l’amico Fabio Picchi; avevamo in comune una schiera di altri amici, taluni anche molto intimi. Nessuno sapeva della sua malattia, che purtroppo da tempo lo minava. Questo riserbo, questa dignità, costituiscono un ammirevole ulteriore tratto della sua indole al tempo stesso aperta e schiva, cordiale e rigorosa, umanamente generosa e professionalmente severa, in tristitia hilaris et in ilaritate tristis. Fabio non era solo un artigiano geniale e un artista raffinato. Era un imprenditore onesto e coraggioso, un cittadino rispettoso, uno scrittore e studioso di genio, innamorato delle tradizioni della sua città e delle sue radici elbane. Di recente si era insediato gloriosamente nel cuore di Firenze, a due passi dall’antico Campidoglio; ma il suo cuore rimaneva in quel fazzoletto del quartiere di Santa Croce, tra la chiesa e il mercato di Sant’Ambrogio, in quella via de’ Macci nella quale, partendo dalla trattoria del Cibrèo celebre ormai nel mondo, aveva dislocato il suo versatile impero. Fabio ha fra l’altro saputo fare del caffè del Cibreo e dell’attiguo Teatro del Sale – con il supporto anche della sua splendida compagna e della sua famiglia – un ineguagliabile centro d’irradiazione della più autentica, alta cultura, come

a Firenze non si vedeva da decenni. Io gli sono grato per aver più volte messo a generosa disposizione i suoi locali per la presentazione di alcuni miei libri; ma egli ha ospitato molti ben più importanti di me. Caro Dario,

tu sei esperto di Firenze e della sua storia. Via de’ Macci

è celebre per molte cose, non ultima una salace canzone popolare: ma non direi che

il nome al quale è intitolato, corrispondente a una famiglia illustre, parli ai fiorentini di qualcosa che essi conoscono

e amano in modo particolare. Ribattezziamola, quella via. Firenze merita una Via Fabio Picchi, artista del cibo e delle strutture del gusto. E Fabio, che ha onorato con la sua opera l’immagine, la cultura

e la vita economica e turistica della sua città, merita che la sua Via lo ricordi per sempre.