NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

Via Mariti, ferita ancora aperta. Il corteo silenzioso, un anno dopo: "Risposte sul futuro dell’area"

L’Assemblea 16 febbraio ha organizzato domenica un presidio per commemorare le cinque vittime

L’Assemblea 16 febbraio ha organizzato domenica un presidio per commemorare le cinque vittime

L’Assemblea 16 febbraio ha organizzato domenica un presidio per commemorare le cinque vittime

FIRENZEA un anno dalla tragedia di via Mariti, lì, nel cantiere dove cinque operai hanno perso la vita, Firenze scopre che la ferita è ancora profonda. Dal punto di vista dell’inchiesta passi avanti sono stati fatti, ma le ore che avvicinano a domenica non sono serene. L’Assemblea 16 febbraio, nata in seguito a quel dramma, ha scelto di organizzare un presidio e un corteo. Non ci saranno fumogeni. Non ci sarà rumore. Questo per rispetto delle vittime Luigi Coclite, Mohammed El Farhane, Taoufik Haidar, Bouzekri Rahimi, Mohamed Toukabri. Ma si è scelto di fare un’iniziativa diversa da quelle istituzionali, che partiranno già la mattina con lo scoprimento di una targa alle ore 10, alla presenza della sindaca Sara Funaro e proseguiranno poi col minuto di silenzio e con una Messa. "Abbiamo deciso così, di fare un presidio e un piccolo corteo intorno all’area", spiegano gli organizzatori. Antonio Morese dei Cobas lavoro privato scuote le braccia, pensando a quel giorno: "Il centro commerciale non sarebbe servito a niente – afferma -. Il quartiere aveva bisogno di spazi verdi e invece hanno tirato giù gli alberi. Hanno finito di devastare la zona per un’opera che ha causato morti". Morese definisce il cantiere un "ecomostro della morte". Al suo posto la richiesta è di creare un’area verde. "Basta morti sul lavoro, sono persone uccise dalla mancanza di sicurezza", osserva Sandro Targetti della rete antisfratto fiorentina. "Le norme di sicurezza non vengono rispettate, continuano gli appalti al ribasso e l’insufficienza dei controlli", aggiunge Miriam Amato dell’Usb. E si chiede maggior sicurezza nell’area, soprattutto nella vicina via Giovanni da Empoli. Al corteo ci sarà anche Dmitrij Palagi, capogruppo di Spc. E ci sarà anche alla cerimonia istituzionale, come tutti gli altri. Palagi ormai da mesi continua a chiedere quattro cose. Le mette in fila. "La prima – spiega - è di confrontarsi con i centri di grande distribuzione per ritirare la possibilità di passare da media a grande superficie di vendita. Vogliamo poi capire in quali e quanti cantieri hanno lavorato le aziende coinvolte dalle indagini. Devono essere sanate le condizioni sull’area, visto l’aumento di ratti e zanzare. E infine serve un confronto con Esselunga, cosa non fatta in questi mesi, per capire come superare l’ipotesi di un centro di grande distribuzione in via Mariti. Vogliamo veder realizzato un grande parco". A un anno di distanza Firenze si scopre ancora fragile d’animo, scossa, per quello che è accaduto.Niccolò Gramigni