di Rossella Conte
Un percorso di rigenerazione umana e urbana in chiave solidale e partecipativa pensato per via Palazzuolo, una delle zone più complesse della città di Firenze. E’ il progetto ‘Recreos’ lanciato da Fondazione Cr Firenze in collaborazione con il Comune. Una grande sfida che parte dal basso e, in collaborazione con le istituzioni locali, porterà alla (ri)costruzione di un’economia di prossimità della zona grazie all’utilizzo di una parte significativa del plafond per progetti intersettoriali e strategici recentemente stanziato dalla Fondazione. L’obiettivo è quello di trasformare questo pezzo del quartiere 1 sperimentando un modello che punta a ridare vita ai 43 fondi sfitti con l’abbattimento del canone di locazione per tre anni e attraverso il coinvolgimento delle associazioni e delle onlus della città. "Via Palazzuolo – sottolinea Bernabò Bocca, presidente di Fondazione CR Firenze – rappresenta oggi un teatro della complessità dove sono più eclatanti i fenomeni che abitano tutte le città contemporanee. Per questo motivo lo interpretiamo come un osservatorio urbano che ha certamente tante criticità ma può essere l’occasione per altrettanti tentativi di cercare delle risposte innovative. Con questo progetto lanciamo una sfida alla città e a tutti quei soggetti che vorranno intraprendere con noi questo percorso". Il sogno, per Bocca, è far avere a via Palazzuolo un destino simile a "Notting Hill a Londra, oggi un quartiere di richiamo per turisti e residenti inglesi, ma un tempo periferico e anche pericoloso. Oppure Le Marais a Parigi, o Brooklyn a New York. Cerchiamo di copiare queste best practices facendo a Firenze una cosa che lascerà il segno e avrà risalto nazionale e internazionale". Per l’area, Fondazione CR Firenze ha pensato a un percorso fatto di azioni concrete per creare un’economia di prossimità che si concentra su tre assi portanti: le persone, i servizi e gli spazi. Ma il perno centrale del progetto è il ripristino della vecchia vocazione creativa e artigianale alla via coinvolgendo giovani artisti, artigiani e imprenditori sociali e culturali mediante l’utilizzo dei tanti locali oggi abbandonati. Per favorire la riapertura dei locali sfitti (attualmente 43), saranno messe a disposizione risorse per la loro valorizzazione, favorendo l’insediamento di attività dell’artigianato, dell’economia sociale e progetti artistici e culturali. I progetti/le realtà saranno selezionati attraverso una open call e potranno abitare i locali senza il pagamento del canone di locazione per tre anni ma solo con la copertura delle spese per le utenze. "Un progetto che dà la possibilità, grazie alla sinergia tra Fondazione, Comune e tante realtà del territorio, di dare una risposta concreta in una zona in cui già è cominciato un lavoro importante ma in cui c’è da incidere ancora di più se vogliamo generare un cambiamento", sottolinea la sindaca Sara Funaro.