STEFANO BROGIONI
Cronaca

Esplosione in via di Villamagna, "Colpa del fornello della cucina"

Nell'esplosione perse la vita Valentina Auciello, giovane madre di due bambini che rimasero seriamente ferite assieme al marito, Roberto Mantione

Villetta esplosa, i carabinieri sul posto

Firenze, 7 luglio 2018 - Alla vigilia del secondo anniversario di una tragedia che dilaniò una famiglia, si chiudono le indagini sull’esplosione della villetta di Villamagna, avvenuta il 17 novembre del 2016. Per la morte di Valentina Auciello, giovane madre di due bambini che rimasero seriamente ferite assieme al marito, Roberto Mantione, rischiano il processo proprietario (Marta Mocali) e gestore (Gianfranco Mela) della colonica in affitto teatro del drammatico incidente. Alla base dello scoppio, hanno ricostruito le indagini condotte dal pm Paolo Barlucchi a cui hanno partecipato vigili del fuoco, carabinieri, il docente dell’Università di Firenze Maurizio De Lucia e l’esplosivista Danilo Coppe, ci sarebbe l’assenza della «termocoppia» dal piano cottura, un dispositivo che avrebbe potuto interrompere il flusso del gas in caso di uno spegnimento accidentale della fiamma, come avvenne. Invece, mentre la famiglia Mantione era assente, l’ambiente di casa si saturò, perché il fornello, dimenticato acceso intorno alle otto del mattina, quando tutta la famiglia uscì di casa, riempì i locali per quasi dodici ore.

Ad innescare l’esplosione, sarebbe stato il motore del frigorifero. Valentina, che si trovava in casa al momento dell’esplosione, venne travolta dalle macerie e in particolare da una trave. Contestualmente alla prossima richiesta di rinvio a giudizio per i due indagati, il pm Barlucchi ha mandato all’archiviazione altri due indagati, tra cui lo stesso locatario Mantione. Fu un’esplosione subdola, perché la pericolosissima miscela si era concentrata nel ripostiglio. Appena aperta la porta di casa, dunque, la famiglia si rese conto del forte odore di gas. Venne fatta una chiamata a un giardiniere del complesso residenziale, e probabilmente in quei minuti al telefono – un lasso di tempo in cui la porta rimase aperta –, un po’ di gas fuoriuscì dall’appartamento. Così rientrarono in casa, convinti che il pericolo fosse scemato dopo aver aerato le stanze. Ma oltre al gas propano killer, hanno contribuito alla tragedia anche le condizioni della casa: l’appartamento era dislocato in un seminterrato, con un’altezza inferiore ai due metri e 70 e con la cucina senza cappa ventilante. Ma probabilmente, un piano cottura più recente (invece che risalente agli anni ’90) avrebbe interrotto il flusso del gas rimasto aperto a fiamma spenta. E oggi la bella e solare Valentina, mamma e ballerina, sarebbe accanto ai suoi cari.