FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Viaggio sulla tramvia. Il popolo dei turisti tra rifiuti e pericoli. Le Cascine zona rossa

Villa Costanza unico parcheggio scambiatore ad altissimo traffico. I fiorentini scendono in piazza Paolo Uccello, il ponte delimita la terra di nessuno.

Viaggio sulla tramvia. Il popolo dei turisti tra rifiuti e pericoli. Le Cascine zona rossa

Viaggio sulla tramvia. Il popolo dei turisti tra rifiuti e pericoli. Le Cascine zona rossa

Da Villa Costanza ad Alamanni Stazione via tram. In mezzo "le colonne d’Ercole" delle Cascine, fermata praticamente abbandonata perché presidiata notte e giorno da balordi che molestano chi scende quasi a ribadire un concetto territoriale: da qui non si passa.

Con l’arrivo dell’estate la linea 1 di giorno è diventata un vettore privilegiato per i turisti verso il centro città. Sono moltissimi gli stranieri, soprattutto quelli del fly and drive, che lasciano la macchina al parcheggio scambiatore dell’A1 per prendere il tram climatizzato e godersi il tragitto verso il centro.

Si fermano anche i pullman granturismo che pagano solo 50 euro per l’intera giornata (per il ticket di entrata a Firenze di un euro 6 oltre otto metri, sulle 24 ore, ne servono 315). Ieri mattina abbiamo cominciato il nostro viaggio proprio dal capolinea, visto che a più riprese sono arrivate segnalazioni di degrado alle fermate, di molestie e di borseggiatori in azione sui convogli. Quello di Villa Costanza è l’unico parcheggio scambiatore presente sulle autostrade italiane. L’urbanista Richard Rogers, lo chiamò l’aeroporto. E in effetti con la fermata dei bus a lunga percorrenza, delle auto dei turisti e dei pendolari, è effettivamente un luogo ad altissimo transito. Peccato che manchino le minime dotazioni di sicurezza.

Si accede da tornelli senza alcun controllo, un qualsiasi malintenzionato può uscire indisturbato trasportando stupefacenti e altri oggetti pericolosi. I carabinieri per poter intervenire devono imboccare l’A1 con inevitabili problematiche di tempo di intervento e competenze (il tratto autostradale è della Polstrada). Nel tempo tuttavia si sono registrate varie operazioni della Guardia di Finanza che ha fermato spalloni e pusher alla fermata dei bus.

Da tempo chi vive nella zona chiede un posto fisso di controllo, persino in chiave antiterrorismo. Fuori dallo spazio autostradale c’è un altro parcheggio, stavolta pubblico. Le due aree sono divise solo da una recinzione. Il vialetto della parte pubblica è costellato di rifiuti, cataste di biglietti del tram buttati dai turisti, fazzoletti di carta, pezzi di trolley, addirittura un carrello per i bagagli allucchettato a un palo della segnaletica stradale. L’area è frequentata da senza fissa dimora.

Mentre siamo sul posto una donna rovista nei cassonetti del bar in cerca di bottiglie in pet da riciclare, sale sul tram con due sacchi pieni. Un altro clochard, scalzo, si siede accanto al bar per chiedere l’elemosina. I turisti lo guardano, pensano che questa sia la porta alla città del Rinascimento, salgono sul tram. Saliamo anche noi.

Il viaggio procede senza scosse: Resistenza, Aldo Moro, Nenni Torregalli, Federiga. Sono le 8,30 di mattina ma non ci sono le resse dei giorni di scuola. I fiorentini salgono e scendono praticamente fino a Paolo Uccello. Perché questo è il confine con la terra di nessuno. Passato il ponte, si entra alle Cascine. Un tragitto di pochi metri, una fermata dove i fiorentini non scendono o salgono, se non veramente di rado. Perché la terra di nessuno è invasa dai balordi che spacciano, si ubriacano, molestano i passanti, fanno avances alle donne. Una terra loro dove le persone non passano, dove le vedette in monopattino controllano che non arrivino disturbatori o forze dell’ordine a intralciare l’attività illegale quotidiana. Nella terra franca non ci si avventura. Il tran tran riprende a Porta al Prato Leopolda, fino alla stazione, dove i turisti scendono per cominciare il loro giro a Firenze.

Con il parcheggio scambiatore la linea 1 della tramvia ha sicuramente moltiplicato i passeggeri. Che però utilizzano il mezzo solo per andare da un punto (il parcheggio) a un altro (il centro di Firenze). Le amministrazioni di Scandicci e Firenze sono al lavoro da tempo, per ora senza grossi risultati, per migliorare il percorso, uscire da quella percezione di periferia che ti prende a Scandicci e non ti abbandona fin quando, lasciata l’area della stazione di Santa Maria Novella, non ci si incammina a piedi su via Cerretani. Allora, solo allora, uno si accorge che questa parte di viaggio è finita. Ne inizia un altro, nel cuore di Firenze.