Negozi che chiudono, volti nuovi, tempi che avanzano. Da emblema di vitalità e benessere a riflesso dei cambiamenti della modernità la zona del viale Europa – fiorita repentinamente dopo l’alluvione in parallelo alla ’Gavinana nuova’, un quartiere benestante – si prepara ad affrontare le sfide del presente: l’arrivo dei cantieri della tramvia e l’avanzare senza sosta della crisi rafforzata dalla concorrenza del commercio online.
Negozi d’abbigliamento, pasticcerie, botteghe: tutte attività messe ora a dura prova. Quello stesso tessuto commerciale fatto di piccoli esercizi a conduzione familiare che nel corso dei decenni ha assunto la forma di un vero e proprio presidio sociale e che ora rischia di sgretolarsi. Già, perché dietro le insegne luminose, le vetrine e i prezzi esposti, ci sono dei volti, delle storie, dei ricordi.
Come quello di Riccardo Orlandini, titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento. Un’attività aperta dal 1969, ma che per colpa dell’incertezza generata dal cantiere della tram in arrivo, si prepara a tirare giù il bandone. ’Liquidazione totale per cessazione attività’: la scritta che campeggia sulla vetrina a caratteri cubitali sembra quasi un cerotto, o meglio una garza, che prova a tamponare la ferita. Già, perché il dover abbandonar lo stesso quartiere dove si è "vissuto" per quasi cinquant’anni è a tutti gli effetti una "coltellata". "Non abbiamo nessuna informazione sull’inizio dei lavori, – dice Riccardo mentre piega un maglione di lana – per i nostri clienti è fondamentale riuscire a parcheggiare. Con il cantiere ci aspettiamo un calo degli arrivi e un danno consistente, così non si può andare avanti".
E il negozio, infatti, dal 5 febbraio chiuderà i battenti ma, come spiega il proprietario, non sarà per forza un addio: "Ci prendiamo sei mesi per capire che forma prenderà l’intervento poi valuteremo se l’attività è ancora sostenibile", scuote la testa Riccardo mentre chiama per nome i clienti. Li conosce tutti, chiede dei parenti, delle vacanze. Si vede il ruolo che l’esercizio si è ritagliato sul viale dopo quasi mezzo secolo ’in prima linea’.
Ma lui non è l’unico a subire i contraccolpi del presente. A due passi c’è un altro esercizio d’abbigliamento che ha fatto la storia della zona e che a denti stretti si prepara ad abbandonare la stessa strada che dagli anni ’80 in poi, è stata uno dei simboli della vivacità commerciale cittadina ma che da qualche tempo si trova a fare i conti con l’emorragia di attività commerciali. Anche il negozio ’Marco’ infatti dalla vigilia di Natale abbasserà il bandone. ’Svendita totale per chiusura attività’, il cartello in vetrina non lascia spazio all’interpretazione. Pure in questo caso un ruolo di primo piano è stato giocato dall’incertezza generata dal cantiere per la futura tramvia che collegherà Firenze con Bagno a Ripoli. Un tema sul quale continua a battere da tempo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giovanni Gandolfo che lamenta "l’assenza di un cronoprogramma chiaro". "I commercianti non possono lavorare in questo clima di incertezza, data anche la necessità di approvvigionamenti che per alcune attività vanno pianificati con 6/10 mesi di anticipo" attacca. E se a questo aggiungiamo l’importanza ormai assunta dal commercio online e da piattaforme come Zalando o Amazon, l’equazione diventa automatica. Una modernità che cambia le carte in tavola e che lascia sempre meno spazio ai commercianti. E infatti, anche chi non chiude guarda il futuro e storce il naso.
Tra questi c’è il titolare della pasticceria ’Marcello’. Secondo le previsioni a causa dei cantieri per il locale ci sarà un calo del lavoro che oscilla tra il 40 e il 50%. Insomma, gli interventi per il proprietario si abbatteranno come una mannaia sulla quantità dei clienti, con la mancanza di parcheggi che avrà la funzione di una ghigliottina sul fatturato. "Abbiamo le mani legate– continua – se le previsioni saranno confermate abbiamo solo due strade a disposizione. Ridurre una parte del personale o ricorrere alle casse integrazione. Sennò non si va avanti". L’amarezza negli occhi del direttore traspare in modo nitido. Si vede il legame che ha con i suoi lavoratori e che quest’ultima è una scelta che non vorrebbe mai percorrere. Ma come sottolinea la pianificazione per un locale è tutto: "Viviamo nell’incertezza. Non abbiamo date o cronoprogrammi per l’inizio dei cantieri, questo ci crea delle difficoltà enormi soprattutto dal lato degli ordini".
"Come faccio a capire quanta merce ordinare? – continua – Se i cantieri partiranno all’improvviso rischio di dover gettare via le rimanenze. E allo stesso tempo se ne ordino meno in previsione della partenza dei lavori rischio di restare senza merce". Insomma un cane che si morde la coda. E infatti sono tanti gli esercenti che vivono nel dubbio, ma che concordano sul fatto che il tessuto commerciale del viale stia cambiando.
Stefano Pupeschi del negozio di sport, Olivia della bottega di tappezzeria. Sembrano parlare tutti con una voce sola. Ma come sempre esistono anche le mosche bianche, e infatti c’è chi sostiene che l’arrivo dei cantieri porterà molti operai in zona, creando un aumento di lavoro, almeno per determinati tipi di attività. Insomma il cambiamento di viale Europa sembra essere il riflesso di un mutamento più ampio, forse inevitabile. Ma che sicuramente, toglie quel fascino identitario che nei quartieri assume la forma di un vero e proprio vanto.