Firenze, 25 novembre 2020 - Sei mesi di lavori, per sostituire una più importanti delle arterie dell’acquedotto cittadino. Un tubo lungo quasi un chilometro, del diametro di un metro e 2, da cui passerà praticamente tutta l’acqua di Firenze. Non a caso è un investimento da oltre cinque milioni e mezzo di euro. Si tratta di un’infrastruttura moderna e fondamentale, che però comporterà un pesante sacrificio sulla viabilità di viale Lavagnini, anche quella arteria ma del traffico. Per questo il Comune sta definendo una serie di modifiche con cambi di marcia e deviazioni in viale Milton e via Lorenzo il Magnifico, per evitare ingorghi e rallentamenti in tutta l’area. Il mega cantiere di Publiacqua inizierà a gennaio, ma già dalle prossime settimane partiranno i saggi richiesti dalla soprintendenza archeologica. Si sa infatti che in quella zona passava l’antica cinta muraria buttata giù all’epoca del Poggi. E nel caso del ritrovamento di reperti, serviranno documentazioni e studi. Il cantiere di Pubbliacqua, anzi i due cantieri non potranno permettersi ritardi. Prima di tutto per l’impatto sul traffico, visto che sarà necessario chiudere almeno due carreggiate del viale Lavagnini in direzione di piazza della Libertà. Secondo perché sulla stessa traiettoria della tubatura dovranno iniziare i lavori della tramvia, e più precisamente del “braccio“ che dalla Fortezza porta in piazza San Marco. Intervento che seguirà a ruota e che prolungherà l’agonia della viabilità in tutto quel settore. Per far prima, Publiacqua ha organizzato un doppio cantiere: uno con partenza da piazza della Libertà verso la Fortezza e l’altro al contrario, in modo da incontrarsi a metà viale Lavagnini. Si comincerà con due turni di lavoro, che potranno diventare tre, ossia a ciclo continuo ventiquattr’ore su ventiquattro. "La tubatura attuale avrebbe bisogno di importanti interventi di manutenzione – spiega il presidente di Publiacqua Lorenzo Perra – Ma siccome si trova esattamente nel mezzo del viale, dove poi passerà la tramvia, abbiamo deciso di sostituire quel pezzo di acquedotto con un nuovo impianto che riposizioneremo a lato del viale, in modo che in caso di guasti o di qualsiasi altra necessità non si debba interrompere la tramvia e rimuover i binari.". L’enorme tubatura, la più grande nel sottosuolo della città, è in arrivo proprio in questi giorni da una fonderia parigina, che l’ha creata appositamente per Firenze, per essere posizionata a circa tre-quattro metri di profondità. E questo è il motivo per cui servono i saggi archeologici. "Si tratta di un’opera infrastrutturale di grande importanza e ammodernamento – prosegue il presidente Perra – che faremo nel minor tempo possibile. L’imminente realizzazione della tramvia è un motivo in più per realizzare questo investimento, perché rappresenta una razionalizzazione degli scavi sulle strade. Sappiamo che ci saranno disagi per i cittadini e ce ne scusiamo, ma è un’opera fondamentale per il nostro sistema idrico. Che realizziamo senza aumentare le tariffe ai nostri utenti".
CronacaFirenze, sei mesi di cantieri in viale Lavagnini