Vicchio revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini e la conferisce a Matteotti

Per l’80esimo della Liberazione, l'11 settembre al Teatro Giotto Consiglio comunale aperto

Matteotti e Mussolini

Matteotti e Mussolini

Vicchio (Firenze), 6 settembre 2024 - Vicchio revocherà la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e la conferirà a Giacomo Matteotti. Sarà il Consiglio comunale a farlo, riunendosi in seduta aperta al Teatro Giotto mercoledì 11 settembre alle ore 16,30 per celebrare l’80esimo anniversario della Liberazione di Vicchio. Sono previsti interventi della Giunta, dei Gruppi consiliari nonché del presidente dell’Anpi Vicchio Daniele Bianchini, degli studiosi di storia contemporanea e locale Adriano Gasparrini e Bruno Confortini, della collaboratrice degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea di Firenze e Pistoia, Giada Kogovsek. Successivamente saranno votate due mozioni congiunte presentate dai Gruppi Obiettivo Comune e Vicchio Vive per la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e il conferimento a Giacomo Matteotti. Alle ore 20,30 la giornata si chiuderà con la proiezione del docufilm ‘A casa nostra c’era la libertà’ con la regista Carolina Mancini. Il docufilm racconta la vicenda dell'antifascista di San Casciano Val di Pesa, Dante Tacci (1896-1989), che nel Ventennio fu incarcerato alle Murate di Firenze come dissidente del Regime, ma rifiutò poi la grazia offerta dal Duce. Il racconto della sua figura viene sviluppato dalla figlia, Rosanna Tacci. Racconta suo padre, l’uomo che per i suoi ideali di libertà, uguaglianza e per l’attività non violenta, condotta clandestinamente attraverso la scrittura e la diffusione di volantini, locandine e giornali che si opponevano convintamente al regime, fu perseguitato, torturato, condannato e carcerato dagli squadristi fascisti. “Nel film racconto tutto il mio percorso – dichiara Rosanna - e l’importanza che ha una storia personale, come la mia, inserita nel contesto della Storia con la S maiuscola, nel ricordo di ciò che è stato e della forza comunicativa e culturale che possiede la memoria in quanto tema universale che non bisogna mai smettere di promuovere e trasmettere alle nuove generazioni”. “Non solo ho ripercorso quell’inalienabile sensazione di asfissia che percepivo da bambina infelice – continua - ritenuta diversa, perché figlia di un antifascista, ma ho riaffermato l’orgoglio che gradualmente cresceva in me per un padre, roccaforte e patrimonio di valori, che non accettò la grazia di Mussolini in quanto pensava che accettarla sarebbe stato come ammettere di aver commesso una colpa”. Maurizio Costanzo