Giovanni
Morandi
Non è stata una grande idea quella di sospendere anche quest’anno i fochi di San Giovanni. Anche la partita del calcio storico si sarebbe potuta giocare col numero chiuso, ma soprattutto i fochi. Dopo due anni da dimenticare consentire che potesse tenersi il tradizionale spettacolo dal piazzale Michelangelo avrebbe avuto un significato importante, perché a Firenze San Giovanni è la festa dei fochi, degli ohhh beelliii, della passeggiata sul lungarno, cose semplici, ma la festa del patrono è questa. Vietarli anche quest’anno per evitare il rischio di assembramenti è stato un errore. Perché è stato un no dal significato preventivo, di mancanza di fiducia nei cittadini, intesi come persone che non sanno badare a se stessi. A parte le guerre della malamovida, nelle quali pochi non hanno sbagliato, i fiorentini avrebbero sicuramente saputo come comportarsi ieri sera. Davvero c’è chi pensa che da soli non saremmo stati capaci di guardare a noi stessi? Come minimo è una mentalità anacronistica e comunque l’abbiamo già conosciuta. I fochi di San Giovanni sono un’occasione, forse l’unica in tutto l’anno in cui i fiorentini tornano nella loro città, la città è tutta loro, è una grande famiglia che si ritrova e che finalmente può chiacchierare del nulla, dei fochi se sono belli o sono brutti ma l’anno scorso erano più belli o più brutti, e solo in un caso, ma nemmeno in quello si può accettare che venga sciupato lo spettacolo, se piove, ma non succede mai. Chi non capisce questi risvolti dell’animo fiorentino non ha capito nulla. Il problema non sta tanto nella soluzione tecnica che si adotta quanto nell’attenzione che si ha nei comportamenti. Vale per tutti, per chi ci deve governare e per i cittadini.