Firenze, 11 gennaio 2024 – Si svolgeranno domani mattina, nella chiesa di Caselle, la frazione di Vicchio dov’era nato, i funerali di Giampiero Vigilanti, l’ex legionario di Prato, morto all’età di 93 anni, quasi della metà dei quali passati in mezzo alle indagini sul mostro di Firenze. Al termine della funzione, sarà sepolto nel cimitero del paese.
A partire da oggi pomeriggio, 11 gennaio, la salma sarà esposta alle cappelle del commiato di ’Iris Prato onoranze funebri’ in piazza del Mercato Nuovo.
Vigilanti è morto all’ospedale della città laniera, dov’era stato portato in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute. Gli ultimi anni della sua vita, l’ex legionario li aveva passati lontani dal ’Cantiere’, dopo essere stato allontanato dalla casa di via Anile per la separazione dalla moglie che lo aveva denunciato. Era ospite della Rsa “Casa di Marta“, sempre a Prato. E qui, alcuni mesi fa, dopo l’archiviazione della sua posizione di indagato per gli otto duplici omicidi del mostro, aveva ricevuto la visita della commissione parlamentare d’inchiesta.
I commissari, nell’ambito di un’indagine che mette in relazione la scomparsa di Donatella Corazzin ai misteri del lago Trasimeno e della morte del medico Francesco Narducci, si erano rivolti a Vigilanti proprio per approfondire alcune sue dichiarazioni rilasciate alla stampa in cui aveva affermata di aver conosciuto il perugino.
Negli interrogatori, come persona informata dei fatti (prima di essere iscritto sul registro degli indagati, nel 2017: sarà archiviato nel 2020), disse di esser stato amico di Pacciani ma non aveva invece mai fatto riferimento a tale conoscenza.
In un’intervista a questo giornale, invece, si ricordò di averlo conosciuto a Vicchio. Perché Vigilanti resterà per sempre questo: un enigma indecifrabile, un mix di voglia di protagonismo e rivalsa verso chi l’accusava di essere uno dei killer più spietati della storia. E indubbiamente ha vinto lui, anche se il dubbio resta, soprattutto in chi per primo lo ha segnalato all’autorità giudiziaria facendo aprire un fascicolo con indagati per gli omicidi firmati dalla calibro 22. L’avvocato Vieri Adriani, oltre ad opporsi all’archiviazione del filone sulla cartuccia dell’orto di Pacciani - risultata alterata secondo le recenti perizie -, aveva infatti chiesto che si riaprisse la posizione di Vigilanti.
L’ex legionario resterà nella storia delle indagini del mostro. Resterà il mistero se fosse davvero lui, a bordo dell’auto sportiva rossa vista allontanarsi a gran velocità dalle Bartoline la notte del delitto di Calenzano del 1981; resterà il dubbio sull’anfibio fotografato su quel sentiero di campagna, resterà il dubbio su altri avvistamenti di una macchina rossa avvenuti in Mugello, quando nell’estate del 1984 vennero trucidati Pia e Claudia alla Boschetta. Resterà il dubbio sulla sua pistola, l’High Standard misteriosamente rubata alla viglia della perquisizione. Potrebbe, se qualcuno volesse indagare ancora, non restare il dubbio sull’arresto di suo figlio, a Genova, nel 1990, con due pistole clandestine: dirà che stava lavorando per i Servizi.