
Tribunale (foto d'archivio)
Firenze, 13 giugno 2015 - Due agenti della polizia municipale di Firenze sono stati condannati ieri in tribunale per una pesantissima serie di imputazioni che va dall’arresto illegale alle lesioni aggravate, dal falso ideologico alla calunnia. Al 37enne Duccio Maschio e il 48enne Sebastiano Focardi sono stati inflitti rispettivamente due anni e nove mesi e due anni e sette mesi di reclusione. Dovranno inoltre risarcire la parte civile con cinquemila euro e saranno interdetti dalla professione per la durata della pena al momento in cui dovesse diventare definitiva.
I fatti contestati dal pubblico ministero Concetta Gintoli risalgono al 10 ottobre 2009, quando un fiorentino 40enne - costituitosi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Adriano Saldarelli - attraversa a piedi piazza della Libertà verso via San Gallo fuori dalle strisce pedonali. In quel momento sopraggiunge un’auto della polizia municipale, con i vigili Maschio e Focardi a bordo che stanno svolgendo un servizio di pattuglia. L’auto – secondo la ricostruzione della pubblica accusa – avrebbe tagliato la strada al pedone, il quale, a sua volta, avrebbe inveito contro i vigili nella macchina. Una sorta di atto di lesa maestà che avrebbe spinto i due agenti della polizia municipale a fermarsi e a scatenare una loro reazione violentissima e spropositata che così viene illustrata nel capo d’imputazione: all’uomo vengono infatti prodotte lesioni personali guaribili in cinque giorni «afferrandolo e strattonandolo ripetutamente, spintonandolo, sbattendolo con la schiena contro il muro, mandandolo a cadere per terra in posizione prona e con le braccia sotto il corpo, montandogli addosso e nel contempo estraendo le braccia per ammanettarlo, quindi salendogli con le ginocchia sulla schiena e schiacciandogli il viso contro l’asfalto».
E non finisce qui: l’uomo viene poi trattenuto per oltre due ore negli uffici della polizia municipale, «fuori dai casi consentiti dalla legge e abusando dei poteri inerenti alla funzione»; i due vigili, secondo l’accusa, avrebbero addirittura formato un verbale falso per accusare l’uomo di essersi rifiutato di dare le proprie generalità, di averli insultati e di aver opposto resistenza. Tutte cose che la procura, al termine dell’inchiesta, ha ritenuto totalmente inventate, tanto che il pm Gintoli ha chiesto l’archiviazione delle accuse nei confronti del 40enne vittima dell’arresto illegale, delle calunnie e delle lesioni provocategli dai due vigili ora imputati.