di Nicola Di Renzone
Si è concluso l’intervento di tutela e ripristino naturale di due aree all’interno del Parco Mediceo di Pratolino, complesso monumentale di proprietà della Città Metropolitana di Firenze e parte del sito seriale Unesco Ville e giardini medicei. Il progetto, realizzato grazie al sostegno di Estra, rientra in "Mosaico Verde", la campagna nazionale di forestazione di aree urbane ed extraurbane e tutela di boschi ideata e promossa da AzzeroCO2 e Legambiente. Ieri i lavori sono stati presentati da Letizia Perini, consigliere della Città Metropolitana con delega Cultura, Saura Saccenti, responsabile sostenibilità di Estra, ed Elena Piazza, responsabile dei progetti di forestazione di AzzeroCO2. Le due aree oggetto di intervento sono situate nella parte settentrionale del parco, la prima a ridosso della Fontana di Giove e alla Meta di spugna, una zona con un carattere spiccatamente boschivo, anche se non mancano alcune piante monumentali.
E la seconda area è stata scelta in prossimità del manufatto La Burraia, di origine ottocentesca che è stato recentemente rinvenuto ed è in attesa di restauro. Durante i lavori sono state rimosse le alberature cadute a terra e ed è stato ricostruito il soprassuolo dominante, introducendo specie della famiglia delle querce e togliendo arbusti, tra i quali la robinia e l’ailanto, altamente invasivi che hanno occupato i vuoti lasciati da rimboschimenti precedenti. Gli interventi consentiranno anche la ripresa delle attività socio-culturali e didattiche nell’area.
Spiega Matteo Vannella, tecnico al Parco Mediceo di Pratolino: "Sono 90 le piante già messe, ma il progetto ne prevede 300 quindi proseguirà nell’area dove è stata ritrovata la vecchia burraia; che vorremmo valorizzare. Le piante sono quelle presenti già nell’800 e ‘900, principalmente querce, poi rovere, farnie e lecci. Poi due tipi di aceri e qualche ontano". Il parco si estende per una superficie di 155 ettari. Le tempeste di vento, che si sono abbattute sulla Toscana il 5 marzo del 2015, con raffiche che hanno raggiunto i 150 kmh, hanno causato in questa zona la caduta a terra di numerose alberature di altezza superiore a 20 metri e reso instabili diverse piante. Proprio a causa del pericolo di schianto degli alberi, questo luogo, oggi, può essere raggiunto solo tramite visite guidate. L’intervento è stato quindi principalmente volto alla messa in sicurezza dei percorsi e a migliorare la fruibilità di questo parco dove natura, storia e arte hanno stretto un legame indissolubile.