Entro il 4 marzo è possibile provare a diventare proprietari di Villa Larderel. La vendita è gestita attraverso la piattaforma Quimmo del gruppo Illimity a cui si è affidata la proprietà, la società del ministero dell’economia Invimit che acquistò il prestigioso complesso immobiliare nel 2017 per 9,13 milioni di euro.
Non c’è ancora alcun prezzo da cui partire per un complesso di 81.800 metri quadrati, di cui 11.800 di interni e un imponente parco secolare di 7 ettari con una piscina interrata da 25 metri, un laghetto artificiale e uno chalet in stile di montagna. La facciata è neoclassica; la torre centrale incornicia un grande orologio, uno stemma a rilievo e un busto in nicchia.
La costruzione risale alla seconda metà del XIV secolo, su commissione della famiglia Ricci appartenente alla fazione dei Guelfi. Nel 1837 diventa dei Conti De’ Larderel e nel 1869 la dimora di Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e di Fontanafredda, che sposò il re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia proprio nella cappella della villa. Nel corso del primo ‘900 ha ospitato Francesca Bertini, diva italiana del cinema muto. Dal secondo dopoguerra è stata la sede della Fondazione Don Carlo Gnocchi e successivamente della Scuola Walford di Firenze. Poi l’abbandono, la vendita e anche l’occupazione abusiva, finita il 31 agosto scorso.
Adesso Villa Larderel reclama nuova vita. Le destinazioni d’uso ammesse sono residenziale, direzionale, turistico-ricettiva, produttiva legato al cotto e sportiva. Al momento il futuro più papabile sembra quello di un resort di lusso, tanto più che a pochi chilometri dal complesso c’è l’ex Sannini che, nei progetti dell’imprenditore Andrea Iervolino, diventeranno il Tuscany Film Studios, una nuova Cinecittà col virtual set più vasto della penisola.