Vinitaly: il Consorzio Valdarno di Sopra sorride

Il Consorzio Valdarno di Sopra DOC inserirà l'obbligo del biologico nei vini di fascia alta, legando il prodotto alla terra e alla qualità certificata. Un risultato ottenuto grazie alla caparbietà e al lavoro congiunto.

VALDARNO (Firenze)

Il Consorzio Valdarno di Sopra DOC potrà inserire nel suo disciplinare l’obbligo del biologico nei suoi vini di fascia alta, quelli che indicano il nome della vigna in etichetta. Un obiettivo a cui ambisce da tempo per legare ancora più fortemente il prodotto alla propria terra e a una qualità certificata e controllata. D’altra parte la storia del Consorzio, nato con bando di Cosimo III nel settembre del 1716, è ricca di ambiziosi traguardi nel rispetto di una lavorazione unica e ricca di tradizione, lavoro, fatica, successi. "Già dal 2018 – ricorda il direttore Ettore Ciancico, di ritorno da Vinitaly – chiedemmo al ministero di poter inserire l’obbligo del biologico nel disciplinare. Ricevemmo un rifiuto due anni dopo con motivazioni che guardavano all’indietro e non al futuro".

Ma proprio quell’anno il Consorzio del Cava dei vini spagnoli riuscì a ottenere l’obbligo di uso di uve bio per le sue 3 riserve di fascia alta. "Da allora siamo tornati alla carica, puntando sui vini che hanno nell’etichetta l’indicazione della vigna di provenienza. Un prodotto dunque che ha limiti di quantità e un processo controllato e controllabile in tutti i suoi passaggi". Il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra "ci ha confermato che il ministero ora è d’accordo: avremo il biologico nel disciplinare. Bisogna avere un po’ di pazienza, per tempi tecnico-burocratici da rispettare, ma abbiamo la certezza che ce la faremo". Un risultato che cambia il paradigma della produzione del vino in terra di Valdarno superiore: "L’uva deve nascere lì, dai terreni migliori, con un microclima favorevole e con la fondamentale mano e impegno dell’uomo. Questo riconoscimento avrà risvolti positivi su tutto l’indotto, a partire dal turismo enogastronomico che è calamita del territorio".

Si tratta di un risultato, sottolinea Ciancico, ottenuto grazie alla caparbietà e al lavoro congiunto con il Distretto Rurale del Valdarno: abbiamo lavorato in tandem riuscendo ad arrivare a risultati che fanno bene a tutti e che da soli non sarebbe stato possibile ottenere".

Manuela Plastina